Pfas, Pfoa e derivati, il punto video sulle 338 pagine della “europea” ECHA: chiamate in causa le aziende conciarie e non solo Miteni

582

Pubblicato il 24 alle 16.30, aggiornato alle 22.45. Che non sia chiara la querelle sui Pfas, Pfoa e derivati è l’unica cosa certa tra il bombardamento di dati della Miteni e dell’organo regionale preposto ai controlli, l’Arpav, dati sui quali esprimono opinioni più o meno tutti, non sempre con adeguata competenza e, per giunta, con obiettivi diversi: comitati, associazioni ambientaliste, politici e anche noi giornalisti. A quei dati si sono aggiunti recentemente quelli, provenienti dall’azienda di Trissino che ha commissionato un’indagine a Global Marketing Insights.

 

La ricerca dell’azienda di Cleveland chiama in causa per la prima volta centinaia di aziende dell’Alto Vicentino come maggiori responsabili dell’inquinamento da Pfas, “antenati” e derivati inclusi, immessi nell’ambiente dalle industrie della concia, dalle cartiere, dalle lavorazioni del tessile e dalla produzione di colori e tinture.
Ma, soprattutto, è stata resa pubblica la ricerca indipendente, datata 26 giugno 2018, dellECHA, l’Agenzia dell’Unione europea che si occupa della chimica nell’industria. Una ricerca che allarga ben oltre i ristretti confini della Miteni le cause dell’inquinamento. È da tempo che, sfidando le ire di chi non cerca una vera, anche se complessa, soluzione ma un capro espiatorio, che nasconda le vere e totali responsabilità e soddisfi certe lobby così forti da avere in Confindustria Vicenza un settore a loro riservato, VicenzaPiù cerca e indaga lungo strade diverse e più ampie di quelle, ristrette e con destinazione prefissata, che non pochi indicano come quelel “giuste”.

È come se per verificare i problemi che annusavamo nella Banca Popolare di Vicenza ci fossimo limitati a leggere e diffondere i comunicati dell’Istituto magari accompagnandoli con qualche domanda “gentile” a qualche direttore di filiale. Li abbiamo letti e pubblicati tutti, quei comunicati, ma siamo andati a indagare più a fondo, come facciamo da tempo anche per i Pfas, per i quali abbiamo letto e pubblicato i comunicati e le note di tutti e abbiamo intervistato e interrogato molti se non tutti i protagonisti, provando, però, a farlo con uno sguardo che vada più a fondo della superficie.
Allora abbiamo “preso” i documenti dell’ECHA, l’ente ad oggi più competente ed affidabile, in quanto né locale né privato, ce li siamo letti (sono 368 pagine, eccole qui tutte perchè tutti possano correggere i nostri eventuali errori di interpretazione) e li abbiamo “tradotti” in un video, semplice e breve che dia lo stimolo a riflettere. A voi che ci leggete, tra cui comitati, associazioni, politici, colleghi, diciamo solo: vedete, leggete anche voi le 338 pagine, rifletteteci…
E apriamo gli occhi, prima che sia tardi.