Mutuo da favola con Cariveneto al bancario-sindacalista nel territorio di BPVi e Veneto Banca, La Verità: “Romani (Cisl) risparmia 55.000 euro rispetto ai normali clienti”

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In un periodo di populismi, anticasta e caccia ai furbetti, in tutti i settori sembra essere saltato il tappo. E così girano documenti e denunce delle presunte malefatte di chi in questi anni ha occupato posti di responsabilità. In passato ci siamo già interessati degli affari dei sindacalisti delle tre sigle confederali e in particolare le nostre fonti ci avevano segnalato la bella vita e gli investimenti immobiliari di alcuni sedicenti paladini dei lavoratori della Cisl, risultati poi, però, soprattutto oculati amministratori dei propri portafogli.

Nei giorni scorsi gli stessi informatori ci hanno fatto riflettere su come sia facile acquistare casa se si è segretari generali del sindacato dei bancari proprio della Cisl. I nostri lettori sanno quanto sia difficile al giorno d’ oggi ottenere un mutuo e che sia praticamente impossibile accenderne uno che copra il 100% del valore dell’immobile.
Ebbene Giulio Romani, questo il nome del sindacalista, sarebbe riuscito nell’impresa di farsi finanziare il 182% e a un tasso inferiore all’ 1%. In pratica in vent’ anni dovrà pagare circa 18.500 euro d’interessi, meno di 1.000 l’ anno, a fronte di un esborso che per quasi tutti gli altri italiani andrebbe moltiplicato per quattro.
Ma vediamo bene che cosa è successo al fortunato sindacalista. Romani, cinquantatreenne originario di Montichiari (Brescia), è segretario generale della First Cisl dal 2013. Nel 2014, insieme con la moglie decide di acquistare a Verona un appartamento con garage del valore di 165.000 euro (7 vani proprio di fronte allo stadio Bentegodi). Romani all’ epoca è dipendente del Monte dei Paschi di Siena, ma per chiedere il mutuo si rivolge alla Cassa di risparmio del Veneto, in una regione dove da lì a poco sarebbero andate a picco Veneto Banca e la Popolare di Vicenza. La Cassa di risparmio del Veneto è nata nel 2008 come ramo regionale di Intesa Sanpaolo ed è stata definitivamente assorbita dalla casa madre il 17 luglio 2018. Ma torniamo al finanziamento: il primo affidamento, da 300.000 euro, non deve avere soddisfatto Romani. E così due anni dopo è tornato alla carica, mentre il terremoto bancario in Veneto stava mandando sul lastrico intere famiglie. Romani chiede e ottiene altri 300.000 euro che gli vengono concessi a un tasso di poco superiore allo 0,60% (contro una media di mercato superiore al 2%), decisamente favorevole e neanche riconoscibile a un dipendente bancario. «Condizioni sorprendentemente generose che, nell’arco di 20 anni, potrebbero portare a un vantaggio economico (in termini di risparmi sugli interessi versati alla banca) fino a 54.400 euro», spiega una delle nostre fonti. Il primo mutuo da 300.000 euro è stato erogato a entrambi i coniugi con accensione di un’ ipoteca volontaria su entrambe le unità immobiliari, costate come detto 165.000 euro. Nel 2016 è stato invece concesso al solo Romani con l’ obiettivo di chiudere il precedente che aveva tassi di interesse più elevati. Il contratto è stato sottoscritto il 12 luglio e il giorno successivo Romani si è separato consensualmente dalla moglie. L’ ex consorte era comproprietaria dell’appartamento acquistato nel 2014 ed è intervenuta alla sottoscrizione del secondo affidamento solo come garante e non come mutuataria. La donna si è resa disponibile all’ iscrizione dell’ipoteca sul bene di cui era comproprietaria, un atto indispensabile per poter far concedere a Romani il finanziamento scontato. Resta da chiedersi come mai la banca abbia accordato un mutuo di pari importo rispetto al precedente e a condizioni più favorevoli per il cliente, dovendo rinunciare a uno dei due debitori. Come detto, visto che la quota fissa degli interessi è pari allo 0,60% e quella variabile è di fatto uguale a zero, gli oneri che Romani dovrà pagare in vent’ anni dovrebbero essere intorno ai 18.500 euro. Un cliente normale (con l’ applicazione di uno spread del 2,25%) invece è costretto a versare quasi 72.900 euro di costi, 54.400 euro in più. Nei mesi scorsi la Cassa di risparmio del Veneto ha portato avanti la campagna promozionale «riduzione spread» e alcuni clienti hanno potuto usufruire di interessi dell’1,50%. Ma anche loro, per un mutuo di pari valore e durata, pagheranno 29.000 euro d’ interessi in più rispetto a Romani. Considerando che il sindacalista nel 2017 ha dichiarato un reddito di circa 44.000 euro annui potrebbe risparmiare in vent’ anni più di 15 mensilità dell’attuale stipendio. Romani nel suo mondo attira giudizi contrastanti. Sul blog di un gruppo di cislini dissidenti e contrari ad alcune decisioni del vertice del loro sindacato si leggono valutazioni severe: «Il Messaggero ha scritto nei giorni scorsi che Giulio Romani, segretario del sindacato dei bancari Cisl, è molto considerato dai banchieri. Forse per ricambiare, la First è il sindacato che ha preso in maggior considerazione la richiesta dell’Abi (Associazione bancaria italiana, ndr) di prorogare di un anno il contratto in scadenza a fine anno. Altre organizzazioni non sono altrettanto comprensive verso la richiesta, considerandola una rinuncia ad un anno di aumenti salariali». Molte critiche sono state rivolte anche a un’ altra creatura di Romani, nata due anni fa, la holding Aletheia (controllata al 100% dal sindacato First), fondata per offrire servizi finanziari ed essere il «broker di riferimento» di tutte le strutture della Cisl. «Ma perché una confederazione sindacale ha bisogno di una holding che si occupa di intermediazione d’ affari?», si sono chiesti sempre sul blog. Ora la storia del mutuo innescherà altre domande e, c’ è da scommetterci, polemiche.

di Giacomo Amadori da La Verità