Il milite ignoto, 1921-2021: il Centenario di un simbolo della nostra identità nazionale che il tempo non deve cancellare

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Le tappe del treno con la salma del milite ignoto che nel 1921 raggiunsero la sua tomba all'Altare della Patria
Le tappe del treno con la salma del milite ignoto che nel 1921 raggiunsero la sua tomba all'Altare della Patria

Cent’anni sono passati da quando il convoglio ferroviario, partito da Aquileia, importante insediamento asburgico fino al 24 maggio 1915, trasportava le spoglie del Milite Ignoto. Un soldato italiano senza nome, scelto per ricordare la morte di oltre 650.000 militari connazionali durante il primo conflitto mondiale. Oggi a Roma, si completerà, con l’arrivo della locomotiva funebre, il solenne itinerario del Centenario .

Chi era il Milite ignoto?

E’ stato un combattente italiano, anonimo, scelto tra un gruppo di undici militari, caduti in battaglia, nei diversi fronti, durante la prima guerra mondiale. La bara venne scelta da Maria Bergamas, mamma di un soldato deceduto, Antonio, tra le undici, tutte uguali, disposte in fila nella navata centrale della Basilica di Aquileia. Poi il trasferimento in treno a Roma. In ogni stazione il convoglio sostava per ricevere gli applausi degli italiani, radunati, allora, per omaggiare un emblema del sacrificio, dell’onore e della lealtà.

Identità nazionale volano per la costruzione del futuro.

Un immaginifico ricordo del Milite Ignoto
Un immaginifico ricordo del Milite Ignoto

Nel suo messaggio di fine anno, il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aveva ricordato, per  il Centenario dalla traslazione del Milite Ignoto, nel sacello dell’Altare della Patria, come “memoria e consapevolezza della nostra identità nazionale ci aiutano per costruire il futuro”. Un’identità che nella Grande Guerra, ogni militare italiano, anche nel suo non sempre comprensibile dialetto regionale, esternava con estrema abnegazione, pur celata nella quotidiana paura della morte.

Il sacrificio per la difesa della Patria è ancora un valore identitario nazionale?

Il carro che trasportava la salma del Milite ignoto ricostruito sulla base dei disegni di oltre un secolo fa
Il carro che trasportava la salma del Milite ignoto ricostruito sulla base dei disegni di oltre un secolo fa (foto da Il Corriere del Veneto)

Le celebrazioni del primo secolo del Milite Ignoto, hanno ora riproposto il viaggio del ’21. Un tragitto effettuato da un vecchio treno a vapore, atteso – lungo i binari delle stazioni di sosta designati – da qualche sparuto e curioso cittadino e dalla banda militare locale. Patria e nazione forse non sono più’ dei valori significativi per gli italiani contemporanei. Ma la memoria della storia del nostro Paese non può essere ridotta ad una semplice celebrazione istituzionale dall’evanescente serietà sociale. Dal 28 ottobre al 2 novembre 1921 la gran parte del popolo italiano aveva salutato con le lacrime agli occhi il passaggio del treno funebre. A casa, al lavoro, lungo le banchine del binari intere famiglie, lacerate dalle ferite subite dall’«inutile strage», salutavano e pregavano simbolicamente per tutti i caduti della Grande Guerra. Non solo soldati di un esercito nazionale, ma figli, padri, nipoti, propri cari, che ogni famiglia aveva visto sacrificarsi per l’Italia. Caduti che affiancavano una pari quantità di decessi di civili e 6.000.000 di mobilitati nel primo drammatico conflitto bellico mondiale.

La memoria della propria storia finestra del futuro.

Il senso della propria Memoria è la bandiera di un popolo. Il ricordo di una storia cruciale di sacrificio collettivo, come quella vissuta dal nostro paese dal 1915 al 1918, tra il massacro di massa e l’eroico riscatto individuale, magistralmente denunciato da “La Grande guerra” di Monicelli, nel ‘59, non può essere solo una “normale ricorrenza storica”. Quel Soldato Italiano, che riposa da oltre un secolo, nella Mole del Vittoriano, è la sintesi del recente “Ieri del nostro Paese”. Un pezzo di memoria che deve rimanere indelebile, per non ripetere i medesimi errori, che la nostra storia nazionale ci ricorda, proprio a partire dal mese di novembre del 1921.

Montanelli, considerato da molti il più grande giornalista italiano del Novecento, in un’intervista dichiarò: “Un Paese che ignora il proprio Ieri, di cui non sa assolutamente nulla e non si cura di sapere nulla, non può avere un domani“.


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Marco Spiandorello
Marco Spiandorello , padre di cinque figli,vive e risiede a Padova. Ha compiuto inizialmente gli studi professionali turistico alberghieri, completati con un percorso economico –giuridico all'Università di Perugia . Dopo giovanili esperienze lavorative nel settore turistico alberghiero in Italia e all’estero, in particolare in Svizzera, e l'assolvimento del servizio militare , ha iniziato l’attività imprenditoriale, giovanissimo, rilevando l’azienda di famiglia, un Centro di Formazione professionale di Padova. Contemporaneamente ha alternato esperienze lavorative , sempre in Italia e all’estero ,con l’insegnamento nella scuola pubblica e l’attività di cooperazione in particolare nel Paesi dell'Est Europa e dell'Africa Centrale . Nel 1994, dopo la partecipazione al concorso nazionale,viene immesso in ruolo dal Ministero della Pubblica Istruzione, in qualità di docente di scuola superiore per le discipline di marketing e laboratorio turistico alberghiero. L’insegnamento e l’esercizio della libera professione, oltre all’attività di impresa gli permettono di lavorare in diversi settori (istruzione e formazione professionale,industria turistica,pubblicaamministrazione,pmi,università’,agroalimentare,sicurezza,lavoro,termalismo,agroambiente,comunicazione pubblica,sociale, immigrazione e cooperazione),in quasi tutte le regioni italiane,e in diversi paesi esteri(Slovacchia,Spagna,Romania,Moldavia,Albania,Bielorussia,Ucraina,e Senegal). Solo negli anni 2000 si approccia a tematiche completamente diverse dall’origine del suo itinerario personale,organizzando azioni, e progettando studi, dedicati a due ambiti cruciali della vita del nostro Paese:l’Immigrazione e la Sicurezza pubblica insieme allo Sviluppo economico del territorio. Le sue esperienze professionali hanno registrato numerose attività, in qualità di organizzatore di eventi,missioni istituzionali e di cooperazione, oltre a diverse attività redazionali e giornalistiche a mezzo stampa e radiotelevisive. E' stato consulente degli Enti strumentali della Regione Veneto e Regione (Lazio Lavoro e Veneto Lavoro) negli anni 2003-2005 relativamente a progetti di formazione lavoro e gestione dei flussi migratori provenienti dalla Moldavia,Romania e Albania. Dal 2008 al 2015 è stato amministratore di diverse società di progettazione e gestione di attività di cooperazione nei settori turistico,culturale,economico e del lavoro in Ucraina,Albania,Moldavia e Romania. Dal 2013 al 2015 ha svolto l'incarico di direttore del CIMECT (Centro Internazionale della Moldavia per lo sviluppo della cultura turistica) presso l'Università di Stato Ion Creanga di Chisinau. Ha maturato numerose esperienze tecnico -politiche “dietro le quinte” collaborando come consulente esperto di consiglieri e amministratori locali e parlamentari nazionali ed europei dal 1990 al 2010 . Dal 2011 al 2015 e’ stato coordinatore della più’ grande struttura formativa nazionale Istituti Formazione Lavoro, accreditata nel settore del benessere , con più di 1000 allievi dislocati in quattro province del Veneto, allargando la sua esperienza nel settore della formazione professionale riconosciuta e finanziata avviata nel 1992. Quest’ultima esperienza gli ha permesso di erogare attività di servizio pubblico per la Pubblica amministrazione (Regione Veneto formazione ) con la conseguente acquisizione di conoscenze e competenze nei sistemi di processo della progettazione,controllo e rendicontazione delle risorse pubbliche nazionali ed europee . Dal 2012 al 2014 è stato professore incaricato dell'Università di Stato “I. Creanga” a chisinau (repubblica di moldavia) nel Master “protecţia juridică a patrimoniului arheologic”. Dal 2016 è rientrato a tempo pieno ad insegnare laboratorio e cultura enogastronomica presso l’Istituto Alberghiero “Pietro d'Abano di Abano Terme. Dal 2017 diverse collaborazioni pubblicistiche in particolare con il giornale on line ViPiù, oltre ad essere consulente esperto per diversi enti di formazione professionale accreditati nelle regioni Emilia Romagna,Veneto,Lombardia,Lazio e Puglia. Sta completando il proprio curriculum studiorum con ulteriore percorso di formazione umanisticapresso l'Università di Padova ( corso di laurea in Progettazione e gestione del Turismo Culturale),dopo aver partecipato con una borsa di studio Erasmus ad un itinerario di studio internazionale presso l'Università Montaigne di Bordeaux, nell'anno accademico 2020-2021.