Nemesi, il ritorno alla vita del teatro vicentino: unione di diverse realtà culturali e una classicità che parla ai giovani

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Nemesi conferenza stampa di chiusura del ciclo di classici all'olimpico
Nemesi conferenza stampa di chiusura del ciclo di classici all'olimpico

Nel romanzo di Philiph Roth Nemesi una terribile epidemia mette gli individui di fronte a scelte fatali. Nemesi nell’antica Grecia era la personificazione della giustizia in quanto garante di misura e di equilibrio politico-sociale. Nemesi è anche il nome del ciclo di classici al teatro Olimpico dal 23 settembre al 23 ottobre. Il ritorno alla vita per un grande simbolo della cultura vicentina dopo l’epidemia, non di polio come in Roth, ma di Covid. Un ritorno che è stato una lotta per la vita che ha tirato fuori il meglio delle persone. Il bilancio è stato tratto oggi in una conferenza stampa in cui non sono mancate frecciatine alla precedente amministrazione nonché all’attuale opposizione, sia per quanto riguarda le gestioni precedenti del ciclo di classici, sia per le polemiche sulla giovane trapper vicentina Madame all’Olimpico.

Un bilancio evidentemente positivo per quanto riguarda i numeri: quasi quattromila biglietti venduti, 50 mila euro di incassi a fronte dei 35 mila previsti. Due in particolare erano gli obiettivi dell’assessore alla Cultura Simona Siotto e del direttore artistico Giancarlo Marinelli, entrambi raggiunti stando alle dichiarazioni odierne: unire le varie realtà culturali di Vicenza e tenere insieme classicità e universalità nella giovinezza. Il 15% del pubblico, ha ricordato il direttore artistico, era under 30. Soddisfatti anche i due studenti Ca Foscari che hanno seguito tutti gli spettacoli vedendo positivamente la necessità, a loro dire riuscita, di rivitalizzare i classici.

Il ciclo di spettacoli classici è stato motivo di orgoglio per l’assessore Siotto, anche perché, ha detto, “certe cose non mi piacevano della gestione precedente” per cui “è stato un ritorno non solo al pre-pandemia, ma a una situazione che mancava da anni in cui si fanno cose che c’entrano con la storia di Vicenza”, città che si candida a capitale della cultura italiana nel 2024. Da un’idea dell’assessore è anta la collaborazione con l’orchestra della OTO, per la prima volta nel ciclo dei classici. Un’unione di realtà culturali vicentine che per Siotto “non deve rimanere un unicum”.

“La cultura è anche divertimento” ha invece ricordato Enrico Hüllweck, presidente della Fondazione Teatro Comunale di Vicenza, che da sindaco riuscì, dopo 24 tentativi falliti e dopo la perdita dei teatri Berga, Verdi ed Eretenio, a realizzare il Teatro Nuovo.

L’Accademia olimpica ha contribuito al ciclo di classici con Cesare Galla seguendo la mission di utilizzare l’Olimpico in modo consono e portando a Vicenza una figura tanto delicata quanto importante come Marta Cartabia, ministro della Giustizia.

Marinelli infine ha anticipato la coproduzione per il nuovo ciclo dell’anno prossimo, che vedrà la collaborazione con i teatri di pietra del Centro e del Sud Italia, come Siracusa, Taormina, Selinunte, annunciando anche che su Sky Arte verrà trasmessa l’Histoire du Soldat, prima opera del ciclo, che vede Marinelli alla regia (gratuita).