Con le procedure tipiche di una legge “omnibus”, capace solo di accogliere nuove richieste campanilistiche senza alcuna logica riformatrice del settore dei trasporti – scrive nella nota sull’Autobrennero che pubblichiamo Dario Balotta, presidente ONLIT Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni Infrastrutture e Trasporti, il Senato ha approvato senza discussione il provvedimento già passato alla Camera.
Il testo, come accade sempre più spesso, è stato vincolato da un patto di ferro di tutte le forze governative e l’approvazione in Senato è avvenuta senza discussione. Ormai i testi di legge che prevedono finanziamenti subiscono un solo, e rapido, passaggio monocamerale e pi vengono letteralmente blindati, un brutto metodo che andrebbe fermato.
Il Dl Infrastrutture contiene tre principali provvedimenti, tutti sbagliati. Il primo riguarda il rinnovo della concessione trentennale all’Autobrennero, con l’escamotage di un Project Financing delineato ad hoc per evitare la gara richiesta da Bruxelles.
Il secondo è la confluenza dell’Agenzia di sicurezza degli impianti a fune (USTIF) all’interno della neocostituita, ma non ancora pienamente operativa, maxi agenzia delle ferrovie e delle strade (Ansfisa): un coacervo di competenze che ne fanno un grande organo ministeriale più influente dello stesso ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile.
Il terzo è la riduzione a semplice atto formale della valutazione ambientale delle opere pubbliche, con il pretesto della rapidità.
Non basta la spolveratina data al codice della strada (maggiori sanzioni per i divieti di soste e l’occupazione degli stalli rosa per le partorienti, la stretta sui monopattini, la gradualissima messa al bando dei motori a diesel) per rendere questa legge una riforma vera, in grado di superare i gravi limiti gestionali del comparto dei trasporti.
Dario Balotta
presidente ONLIT Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni Infrastrutture e Trasporti