Peggio del Covid per le aziende c’è l’aumento delle bollette, dei carburanti e delle materie prime come plastica, carta e cotone. Aumenti che sono ovviamente legati al lockdown dovuto all’emergenza sanitaria, ma che dal punto di vista economico e sociale hanno e rischiano di avere nei prossimi mesi un impatto ancora più devastante del virus, nonostante la ripresa. In un’intervista di Rosaria Amato su Repubblica di oggi, per esempio, Carlo Pellegrino, fondatore e amministratore delegato della Mec Service di Trissino, che si occupa di meccanica di precisione, spiega che a fine 2020 c’è stata una ripresa, sono stati siglati molti contratti, ma che i margini di guadagno sono quasi dimezzati proprio a causa delle bollette e del costo delle materie prime. L’allarme lanciato da Confindustria Energia su scala nazionale riguarda quindi anche le piccole aziende del Vicentino. La Mec Service lavora per medie aziende e aumentare i prezzi per rientrare nei costi è solo un palliativo: i clienti non accetterebbero un eccessivo rincaro, spiega Pellegrino, la cui azienda non intende mettere in cassa integrazione nessuno, per il momento, ma che, dovendo mantenere i prezzi stabiliti nei contratti e consumando molta elettricità, rischia di andare in perdita nei prossimi mesi. Il governo si è mosso contro i rincari delle bollette e la BCE rassicura che nel 2022 le cose miglioreranno, ma intanto la preoccupazione resta, anzi sale.