I fattori della felicità: “matrimonio stabile e salute. Ma tra reddito e socialità…?” Le pillole di psicologia di Maria Cristina Strocchi

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Gli Hazda e la felicità dell'uguaglianza, anche se nella povertà (foto da “A multimedia exhibit documenting the Hadza tribe of Tanzania”
Gli Hazda e la felicità dell'uguaglianza, anche se nella povertà (foto da “A multimedia exhibit documenting the Hadza tribe of Tanzania”

Alcuni ricercatori hanno studiato i fattori della felicità nei vari paesi del mondo e sono arrivati ad identificarne tre: un matrimonio stabile, una buona salute e un reddito sufficiente, ma non eccessivo. Io mi sento di aggiungere, dato il periodo che stiamo vivendo, le relazioni sociali che, in questo periodo storico, sono molto limitate  (qui le pillole di psicologia di Maria Cristina Strocchi, ndr)..

I primi due sono abbastanza scontati, quindi concentriamoci sul terzo.

Carol Graham, economista americano, che ha pubblicato un libro: ”Felicità intorno al mondo: il paradosso dei contadini felici e dei milionari infelici”, ribadisce come un reddito sufficiente garantisca la felicità.

Preciso che, quando si parla di reddito elevato, bisogna prendere in considerazione il luogo in cui la persona vive per cui è difficilmente quantificabile e non generalizzabile.

Non possiamo prendere come oro colato quanto è stato riferito dalle varie ricerche, ma possiamo affermare che un reddito elevato potrebbe essere causa di infelicità.

Paperon de' Paperoni, ricco di... felicità?
Paperon de’ Paperoni, ricco di… felicità?

La domanda che sorge spontanea è: “Perché?”

Potremmo avanzare delle ipotesi.

La persona che ha un reddito elevato potrebbe trovarsi in difficoltà perché, potendosi permettere quasi tutto, si appiattisce rispetto a chi che deve porsi obiettivi per soddisfare bisogni e desideri. Nel secondo caso, c’è la soddisfazione e il senso di appagamento dovuto ad un sacrificio fatto.

Un altro problema che potrebbe avere la persona con reddito elevato è quello di essere circondata da individui interessati al denaro più che alla persona stessa. In altre parole, essere considerata per quel che si ha e non per quel che si è.

Ancora, il denaro e il potere sono da tenere a bada, per non diventarne schiavi. Ricordiamoci che chi si impone all’altro in base a questi due elementi non sarà comunque soddisfatto in quanto diventa dipendente anch’egli e perde la sua serenità.

Avrei qualcosa da dire anche sul matrimonio stabile. La separazione, il divorzio e la chiusura di una relazione affettiva importante sono eventi estremamente dolorosi e traumatici, mentre la stabilità infonde sicurezza.

A patto, però, che il matrimonio e l’unione si basino sul reciproco rispetto e sulla consapevolezza dei propri limiti per poterli superare. Coloro che rimangono insieme per paura del cambiamento non saranno di certo felici e non lo saranno nemmeno i loro figli.

Un ultimo accenno al quarto fattore della felicità: le relazioni umane perché l’uomo è un animale sociale che ha bisogno di confrontarsi con gli altri e condividere i suoi pensieri, le sue emozioni.

Nel periodo pandemico che stiamo purtroppo vivendo sono state penalizzate proprio le relazioni interpersonali con grande disagio psicologico a tutte le età.

Speriamo finisca presto!