Anakrousis: il concerto al Teatro Ariston di Gaeta di Ambrogio Sparagna, il musicologo originario di Maranola di Formia

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Concerto Anakrousis - foto di Pietro Zangrillo
Concerto Anakrousis - foto di Pietro Zangrillo

E’ stata una “prima nazionale” quella che ha visto protagonista colui che della musica popolare è uno dei maestri indiscussi in Italia: Ambrogio Sparagna, originario di Maranola di Formia, ha tenuto un concerto bellissimo al Cine-teatro Ariston di Gaeta dal titolo “Anakrousis”.

Ariston di Gaeta - foto di Pietro Zangrillo
Ariston di Gaeta – foto di Pietro Zangrillo

Questo concerto in realtà è stato il seguito di un incontro che si è tenuto lo scorso mese di ottobre nella Sala consiliare del Comune di Gaeta e che ha avuto come tema “Il Viaggio di Enea”, un viaggio, che nel convegno è stato dibattuto in maniera scientifica, e che ha avuto il suo delizioso epilogo con la musica, un linguaggio che unisce tutti i popoli, nella fattispecie quelli del Mediterraneo.

Sparagna ha avuto la collaborazione di altrettanti valenti artisti, sia locali, come il suo conterraneo Erasmo Treglia, che “forestieri” come due fantastici artisti che, pur vivendo sulle sponde opposte del Mediterraneo, hanno saputo unificare attraverso la musica il sentire culturale comune: il greco Theodor Melissinopoulos e il tunisino Ziad Trabelsi.

Ziad Trabelsi - foto di Pietro Zangrillo
Ziad Trabelsi – foto di Pietro Zangrillo

D’altronde, come ha affermato lo stesso Sparagna, il concerto è stato un percorso lungo la rotta del principe troiano Enea, figlio del re Priamo di Troia, che con i suoi compagni ha attraversato il “Mare Nostrum” e, approdando di sponda in sponda, è arrivato fino alle coste laziali per lasciare ad imperitura memoria la formazione di un nuovo popolo e di una nuova civiltà, quella che poi è diventata Roma antica.

Theodor Melissinopoulos e Ambrogio Sparagna - foto di Pietro Zangrillo
Theodor Melissinopoulos e Ambrogio Sparagna – foto di Pietro Zangrillo

Questo viaggio musicale, durato circa un’ora e un quarto, ha toccato varie sponde musicali, rivisitando anche la cultura bizantina, che tante tracce ha lasciato nella cultura popolare del nostro paese, così come anche in quella religiosa, come testimonia il culto di San Michele Arcangelo presente nel territorio del Basso Lazio ad Itri e a Maranola con il santuario montano dedicato all’arcangelo guerriero.

Ambrogio Sparagna - foto di Pietro Zangrillo
Ambrogio Sparagna – foto di Pietro Zangrillo

Ma il concerto di Sparagna non è stato solo questo: con delle struggenti melodie ha cercato di trasmettere un sapere antico, come quello “gliu sciuscio” che a fine anno caratterizza i centri del Golfo di Gaeta con delle esibizioni musicali dedicate all’augurio di un buon principio d’anno.

Il viaggio di Sparagna e dei suoi “accompagnatori”, tra melodie di altri paesi e musiche e suoni popolari del nostro Belpaese, ha lasciato nel cuore dei presenti un senso di benessere culturale. D’altra parte lo stesso Ambrogio Sparagna da decenni si occupa di ricercare suoni e musiche popolari che inserisce nel suo repertorio per poter diffondere questo tipo di cultura che altrimenti andrebbe perduta per sempre.

E come non citare, alla fine, l’accenno della danza, che da sempre si accompagna alla musica, fatto alla fine del concerto utilizzando strumenti tipici della cultura contadina italiana.

Fine del concerto - foto di Pietro Zangrillo
Fine del concerto – foto di Pietro Zangrillo

Tra coloro che si sono esibiti insieme ad Ambrogio Sparagna, ci sono stati anche i solisti della Polifonia Aurunca diretti da Anna Rita Colaianni e i solisti dell’Orchestra Popolare Italiana dell’Auditorium Parco della Musica di Roma.