Gli acquedotti della Roma antica rappresentano uno dei tanti itinerari da seguire per mettersi in cerca di segreti e storie del passato. Costeggiarne il perimetro e incamminarsi lungo i chilometri e chilometri che disegnano all’interno della regione significa darsi la possibilità di mettersi in contatto con la cultura e i modi di vivere di un tempo, scrutando tra le rovine archeologiche, imparando le fondamenta dell’ingegneria dell’epoca e meravigliandosi dello stato di conservazione di alcuni tratti che è veramente incredibile e sorprendente. Senza contare l’Aqua Virgo, che è ancora in funzione dal I secolo a.C. e alimenta la zona di Campo Marzio e alcuni tra i monumenti più belli del mondo, come le fontane di Trevi, dei Quattro Fiumi e della Barcaccia a Piazza di Spagna.
Seguendo questo percorso, nelle vicinanze degli acquedotti Claudio e Marcio nel quartiere Q. VIII Tuscolano a Roma, ci si può ritrovare dinanzi ad una piccola struttura che si articola in blocchetti di tufo e identifica completamente il circondario: è la Torre del Fiscale, che ferma nello spazio l’intersezione tra i due acquedotti con i condotti delle Aquae Tepula e Iulia e dà il nome ad un piccolo parco protetto inserito nell’ambito del Parco Regionale dell’Appia Antica.
La struttura – Alta quasi 30 metri, la Torre del Fiscale funge come una sorta di riassunto di oltre mille anni di storia. La tecnica costruttiva e le sue caratteristiche di base, infatti, collocano temporalmente la sua edificazione tra il XII e il XIII secolo, ma si osserva nella sua struttura una importante stratificazione che suggerisce molti altri elementi riferiti ad altre epoche.
Da qui ci si poteva godere lo spettacolo delle acque che sgorgavano dalle fonti e si incanalavano nei solchi delle arcate che componevano gli acquedotti.
Si tratta di una delle torri meglio conservate del territorio: in passato, gli studiosi erano sicuri rientrasse in un articolato sistema di vedetta e segnalazione a difesa della città. Recentemente, invece, è stato scoperto che rappresentava, come tante altre simili, una piccola fortificazione ad esclusiva salvaguardia dei raccolti e delle proprietà terriere delle nobili famiglie romane. A testimonianza, un documento datato 1277 in cui si fa riferimento ad una cessione della torre insieme ad un mulino e a delle vigne, come fosse, appunto, parte di un fondo agricolo.
Il toponimo – La Torre del Fiscale o “Tor Fiscale” non si è sempre chiamata così. Il suo nome attuale risale al XVII secolo, quando passò nelle mani di monsignor Filippo Foppi, tesoriere (e, quindi, fiscale) dello Stato Pontificio.
Oggi – La torre è perfettamente inserita nell’ambito del Parco degli Acquedotti ed è stata interessata da importanti lavori di restauro e consolidamento (tra il 2003 e il 2010) che hanno reso possibili ulteriori studi e le hanno regalato un’illuminazione notturna che la incastona nello skyline luminoso della capitale al tramonto. Il sito è visitabile, ad accesso libero, e ha dato il nome anche ad una Onlus locale di interesse sociale e ambientale.