Abusivismo finanziario, GdF di Roma NSPV: sequestro preventivo per 70 mln di euro e arresti domiciliari di un broker finanziario

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Broker finanziario arrestato da Guardia di Finanza per abusivismo (foto di Archivio)
Broker finanziario arrestato da Guardia di Finanza per abusivismo (foto di Archivio)

Nella mattinata del 25 novembre scorso, i finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria (qui altre notizie su GdF e su Guardia di Finanza di interesse di ViPiu.it, ndr), sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Roma, hanno eseguito un’ordinanza emessa dal GIP del Tribunale capitolino, che ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari e il sequestro preventivo per circa 70 milioni di euro nei confronti di un broker, indagato per abusiva attività finanziaria.

Il procedimento penale prende le mosse dalle denunce querele presentate per truffa da diversi soggetti (professionisti, imprenditori, famosi atleti e procacciatori sportivi) accomunati dalla circostanza di disporre di ingenti somme di denaro da investire e dalla conoscenza dell’indagato.

Il passa parola, la promessa di rendimenti elevati a fronte di un profilo di rischio sostanzialmente nullo e l’esibizione di documenti attestanti che una di queste società era controllata da una primaria banca internazionale hanno spinto numerosi investitori ad affidare al broker i propri risparmi, anche per importi ingenti, che non sono stati restituiti.

Dopo le iniziali promesse di rendere indietro quanto investito, l’indagato – secondo quanto emerge dalle denunce – avrebbe interrotto ogni tipo di comunicazione coi clienti, i quali si sono rivolti all’Autorità giudiziaria.

In base agli elementi finora raccolti dalle fiamme gialle, sono emersi indizi gravi secondo i quali il soggetto colpito dalla misura – attraverso due società inglesi al medesimo riconducibili risultate essere prive della necessaria autorizzazione ad operare – avrebbe prestato abusivamente servizi di investimento e di gestione collettiva del risparmio.

Gli accertamenti sviluppati hanno consentito di accertare che, dal 1999 al 2020, soltanto i soggetti querelanti hanno versato alle due società investigate un importo pari a circa 70 milioni di euro.

Il procedimento versa tuttora nella fase delle indagini preliminari.