Morti sul lavoro in aumento del 25% in Veneto rispetto al 2020: “conseguenza della ripresa economica”

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morti lavoro
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Le vittime sono tante. Troppe. Sono 89, infatti, i morti sul lavoro registrati nei primi dieci mesi del 2021. Con un incremento del 25 per cento rispetto allo scorso anno (in controtendenza rispetto alla media del Paese che fa rilevare un decremento dell’1,8% degli infortuni mortali). Da gennaio 2021 a fine ottobre sono 64 le vittime rilevate in occasione di lavoro in Veneto (+ 16% rispetto al 2020 quando erano 55) e 25 i lavoratori che hanno perso la vita in itinere (+ 56,2% rispetto al 2020 quando erano 16). Così la regione è al 7°posto nella graduatoria nazionale per numero di decessi in occasione di lavoro;

Ciononostante il Veneto continua a rimanere tra le regioni a minor rischio di mortalità sul lavoro. Nei primi dieci mesi del 2021 resta in zona gialla. Ed è questo l’indicatore del livello di sicurezza sul lavoro in regione per Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering di Mestre, che ha ideato ed elaborato la mappatura del rischio di morte sul lavoro; dividendo l’Italia a colori proprio alla stregua della mappatura dell’emergenza pandemica.

E infatti, nella nuova zonizzazione elaborata dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, il Veneto è ancora in zona gialla. Nei primi dieci mesi del 2021 fa registrare un’incidenza di mortalità compresa tra 0,75 e 1 rispetto alla media nazionale (Im – Indice incidenza medio pari a 35,6 morti ogni milione di lavoratori).

“Crediamo che l’aumento del numero dei morti sul lavoro in Veneto sia la conseguenza della significativa ripresa economica e produttiva della nostra regione negli ultimi mesi – sottolinea Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre – Ribadiamo, però, che proprio come accade per il Covid, anche quando si parla di morti sul lavoro è l’incidenza rispetto alla popolazione di un territorio a diventare il vero parametro per decretare un maggiore o minore rischio”.

Ed è Rovigo la provincia veneta in cui i lavoratori rischiano di più. L’indice di incidenza per la provincia rodigina, infatti, è pari a 53,5, contro una media nazionale di 35,6. Seguono: Verona (38,2), Venezia (32,9), Treviso (28,2), Padova (25,3), Belluno (23) e Vicenza (21,9).

Crescono del 14 % gli infortuni non mortali: 6845 in più dello scorso anno (passati da 49.286 ad ottobre 2020 a 56.131 a fine ottobre 2021). A Verona la maglia nera in regione per il più elevato numero di denunce di infortunio: 11.533. Seguono: Vicenza (10.690), Treviso (10.533), Padova (10.111), Venezia (9.164), Belluno (2.163) e Rovigo (1.937).