Lo Stato sul baratro si rifondi su onestà e responsabilità e si riappropri del pubblico: a partire da autostrade e sanità

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Le morti e le sofferenze (nel disastro di Genova è deceduto anche un camionista vicentino, Vincenzo Licata, 58 anni, da decenni residente a Vicenza ma originario di Agrigento da dove si è spostato con moglie e due figli) legate ad eventi tragici e ripetibili devono insegnare qualcosa altrimenti a nulla servirebbero nella società degli umani che si dicono così evoluti da puntare al continuo miglioramento di se stessi e delle proprie condizioni di vita
Allora a margine dell’ennesima tragedia della subordinazione della cura e manutenzione del patrimonio pubblico, nel caso specifico quello viabilistico utilizzato dalla maggioranza se non da totalità dei cittadini, alla massimizzazione dei profitti in base ai piani industriali delle società che lo hanno in gestione la riflessione è immediata.

Se un bene pubblico, le autostrade, utilizzate da gran parte dei loro “proprietari”, i cittadini, producono un profitto perché non devono essere gestite dallo Stato, tutti i cittadini insieme cioè, che tornerà ad avere il compito di dare un servizio in modo efficiente a tariffe eque che pesino di meno alle tasche degli utenti e che generino un giusto avanzo positivo da destinare alla loro tenuta in sicurezza, al loro sviluppo e alla cura e costruzione delle strade comunali (come sono messi ad esempio i ponti di Vicenza?), provinciali e statali, che sono molto più capillari delle arterie a pagamento, le sole che generano incassi, e che, guarda caso, non interessano alle società private che devono incassare, molto, e spendere, poco.
Direte che lo Stato ha dato cattiva prova di sé nella gestione del bene pubblico in termini di sprechi e favoritismi. Ma se ragionassimo sempre così quanti altri settori di interesse pubblico strategico dovremmo dare ai “privati”?
E, se pure fosse così, se i privati puntano solo al profitto e non si curano non solo del pubblico ma immolano anche le vite alla Borsa e ai dividendi, questi privati sanguisuga fino al vampiraggio di Genova sono migliori dello Stato imbelle?
Invece di alzare bandiera bianca di fronte all’inefficienza pubblica, si puniscano i colpevoli non solo dell’ultima strage ma di un sistema che in mano a loro ha messo ogni singolo cittadino.

Si punisca e si riparta finchè siamo ancora in bilico ma non dentro il baratro.

Ogni singolo cittadino si riappropri di quello che è suo chiedendo a gran voce che i servizi pubblici, a iniziare dalla viabilità e dalla sanità (su questa e sulla sua deriva privata di torneremo) tornino in mano a uno Stato da rifondare sulla base di una sola ideologia: quella dell’onestà e della responsabilità.

Il volano che si attiverebbe ci farebbe spendere di meno e meglio e avremmo più lavoro.