Di litorali selvaggi ed aspri se ne contano tantissimi in Riviera di Ulisse, ma alcuni sono più amati e apprezzati di altri. È il caso della spiaggia di Sant’Agostino, a Gaeta, annoverata tra le più belle in assoluto del Lazio meridionale.
Lunga circa due chilometri e da anni bandiera blu per la limpidezza delle sue acque, si trova in direzione nord, prima delle gallerie che portano a Sperlonga. Lo scenario in cui si incastona è molto particolare. La spiaggia, infatti, è dominata da una parete rocciosa – il Monte Moneta, che sfiora i 360 metri – che offre moltissimi spunti a sportivi e amanti della natura che, ogni anno, la raggiungono per inoltrarsi in avvincenti sentieri di trekking o arrampicata (leggendari i suoi “strapiombi rossi“) che culminano, in cima, in una vista a 360 gradi sulla spiaggia e sul circondario: a destra il Circeo, davanti Ponza, a sinistra i resti delle torri difensive che, in passato, aiutavano a prevenire lo sbarco delle navi dei pirati saraceni. Occhio solo alle normative: il free climbing è sempre consentito tranne che nel periodo della nidificazione del falco pellegrino (dal 25 febbraio al 15 aprile), specie riconosciuta come protetta e, pertanto, tutelata.
La peculiarità di questa spiaggia, però, non risiede solo in questa naturale e poetica morfologia: turisti provenienti da tutta Europa la frequentano poiché meno affollata di quella di Serapo e, soprattutto, in quanto in grado di offrire sia servizi a pagamento (prenotazione di lettini, sedie a sdraio etc in formula spiaggia attrezzata) sia accesso libero gratuito (in formula di spiaggia libera), riuscendo ad accontentare tutti.
Pillole di storia – La spiaggia, come tutto il territorio circostante, fino ad inizio Novecento era parte dell’antica Terra di Lavoro: la strada statale che si percorre oggi, ovviamente, non esisteva e, al suo posto, si estendevano infiniti campi di terra coltivata a vigne, frutta e cereali.
La piana di Sant’Agostino, in parte rocciosa per conformazione naturale, offriva prodotti aromatici e profumati, rinomati per il loro gusto: per questo, se avessimo scattato una fotografia in quell’epoca, l’avremmo ritratta continuamente attraversata da muli e strumenti agricoli in uno scenario bucolico molto diverso da quello “da vacanza” a cui oggi siamo abituati.
Tutto cominciò a cambiare quando venne costruita la vetreria di Gaeta che, letteralmente, tirò via quintali e quintali di quella sabbia fine e dorata dai litorali circostanti. Lo spessore della spiaggia, perciò, si ridusse, generando un fenomeno che non era stato previsto: la sabbia, “risucchiata” dal mare, finisce a largo e favorisce le mareggiate che, da quel momento in poi, sono in effetti divenute più frequenti. Fortunatamente, le correnti locali sono protette dalla presenza dell’alta parete rocciosa ed è possibile ritrovare dei livelli di sabbia più alti in alcuni periodi dell’anno.
Quella che viene definita piana di Sant’Agostino, in realtà, è quasi una grande baia poiché, di fronte, c’è un altro promontorio: quello di costa Torre Capovento. Ecco perché è particolarmente adatta a chi ama la tranquillità, pur offrendo una serie di ristoranti – con ottimo pescato del giorno – e strutture campeggistiche lungo il suo perimetro.
Un perimetro che incornica il mare blu in una serie di suggestive cadute rocciose naturali.