Ponte di Genova, l’Anas: a partire dal 2012 controlli al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Che su Ansa li gira… al concessionario. Un labirinto di responsabilità?

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L’Anas, in merito all’articolo “Ponte di Genova, Benetton & c. a processo. Ma Anas dov’era? Controllori distratti sui controllati come per BPVi? Torni Stato onesto e proprietario di beni e servizi strategici!“, pubblicato ieri 16 agosto 2018 a firma di Edoardo Andrein, ci precisa che “a partire dal 2012 sono state trasferite al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT, ndr) tutte le attività di controllo della gestione delle autostrade e vigilanza sull’esecuzione dei lavori di costruzione delle opere date in concessione e pertanto Anas non può controllare le attività di manutenzione delle infrastrutture di altri concessionari“.

Prendiamo atto e ringraziamo Anas per la sua cortese precisazione su competenze complesse da decifrare che limita le sue eventuali responsabilità ai controlli antecedenti al 2012, anno da cui le considerazioni fatte ad Andrein chiamano, quindi, in causa direttamente il Ministero e, perciò, paiono ancora più significative in termini di possibili responsabilità a livello più elevato.

Non a caso, se la direzione competente del MIT aveva recentemente denunciato in un’audizione parlamentare la consistente riduzione dei controlli sulle infrastrutture per la mancanza di risorse adeguate e per la necessità dei dipendenti di dover anticipare una serie di spese individuali per i cui rimborsi attendono mesi, oggi il Ministero “ha dovuto” precisare in una nota diffusa dall’Ansa che «“Qualsiasi verifica strutturale sulle opere in concessione” è compito “del concessionario”… “i controlli del concedente sono prioritariamente rivolti all’ottemperanza degli obblighi convenzionali”. “L’organizzazione, le risorse ed i mezzi della Direzione generale per la vigilanza sulle concessionarie autostradali sono rapportati alle specifiche competenze dell’Amministrazione che non includono e non si sovrappongono alle attività di verifica spettanti al concessionario”… “non corrisponde al vero che non siano state sollevate contestazioni di inadempimento ad Autostrade per l’Italia”. L’ultima “risale al 28 giugno 2018”. La società solo nel 2017 è stata destinataria “di 5 contestazioni di inadempimento”. “Avverso i provvedimenti assunti dalla Direzione generale per la vigilanza sulle concessionarie autostradali sono attualmente pendenti 25 ricorsi attivati da Autostrade per l’Italia”».

Tante parole per nascondere l’evidenza che non solo, come scriveva Andrein, i controllori apparirebbero “distratti” nei confronti dei controllati, ma che addirittura i controlli, quelli veri, li fanno i controllati mentre i controllori, il MIT scrive l’Anas dal 2012, si limiterebbero a quelli procedurali?