L’abbiamo chiamata la “nuova spid democrazia della cannabis”, perché l’erba quest’estate è stata quella che l’ha lanciata, potendo far raccogliere con lo Spid in dieci giorni più delle 500mila firme necessarie per l’indizione del referendum legalizzatorio che dovrebbe tenersi la prossima primavera – si legge nel comunicato sui viaggi all’estero che pubblichiamo dell’Aduc (qui altre note Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) –.
Ma la cannabis – anche se solo a pronunciare la parola a qualcuno gli si chiude il cervello in assoluto – è solo il pretesto, l’occasione che ha dato la stura alla speranza che la Politica possa democraticamente governarci e non continuare ad essere merce di scambio di bande ideologiche ed affariste.
Questa “nuova democrazia”, ovviamente, viene osteggiata.
Questa notte, in commissione Bilancio della Camera, è stato bocciato un emendamento che avrebbe consentito di firmare con Spid e firma elettronica anche per la presentazione delle liste elettorali (1). A favore Pd, contro Lega-Fi-FdI, astenuta Italia Viva, assenti (sembra non a caso) M5S e Leu.
Perché? Perché le firme per presentare le liste elettorali sono una delle peggiori pagine di falsificazione dei procedimenti per la formazione delle camere rappresentative. Dovrebbero essere firme autenticate in calce ad una lista di candidati, ma quasi tutti i partiti fanno firmare liste senza candidati, autenticate da funzionari complici, sì da poter cambiare fino all’ultimo momento i nomi dei candidati stessi, frutto di accordi delle dirigenze dei partiti che trattano per questo o quell’altro fedele da inserire o infedele da togliere. Meccanismo in parte annullato quando i candidati vengono scelti con le primarie, ma queste non sono legge bensì solo propaganda di questo o quell’altro partito per far vedere come sono democratici.
C’è da ricordare che nella legge elettorale in vigore c’è una disposizione che prevede l’introduzione della firma digitale per la presentazione delle liste delegando al governo l’attuazione…. che in questi anni non hanno mai emanato. L’intervento del Parlamento sarebbe quindi legittimo, ma, tra il dire e il fare, ci sono di mezzo quei partiti che, considerando roba propria le istituzioni, non si fanno scrupoli come in questo caso.
Una pessima pagina per la nostra Repubblica.
Per questo, il referendum cannabis, rispetto ai quali questi partiti non hanno potuto che prendere atto delle firme raccolte tramite Spid, diventano lo spartiacque tra democrazia e clientelismo, tra libertà e oppressione, tra trasparenza e corruzione.
1 – presentato dall’on. Riccardo Magi: https://www.facebook.com/RiccardoMagiRadicali/posts/4675359579214364