Animali da pelliccia, Guarda (EV Veneto): “Stop agli allevamenti? L’Italia ad un passo da una svolta etica”

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Animali da pelliccia allevati
Animali da pelliccia allevati

“Oggi il Senato potrebbe porre fine a una industria crudele. Il passo successivo sarà quello di dare un futuro agli animali da pelliccia ancora rinchiusi negli allevamenti, anche in Veneto”. Con un emendamento alla manovra di bilancio in discussione al Senato, oggi l’Italia potrebbe aggiungersi ai tanti Paesi che in Europa hanno messo al bando gli allevamenti di: visoni, volpi, procioni, cincillà e altri animali.

Cristina Guarda (Europa Verde Veneto)
Cristina Guarda (Europa Verde Veneto)

A commentare la notizia è la Consigliera regionale di Europa Verde Cristina Guarda: “Essere arrivati fino a qui è una ottima notizia, per noi, ma soprattutto per tutti quei animali che vengono allevati e uccisi per la loro pelliccia. Un atto di crudeltà del quale possiamo e dobbiamo fare a meno. Inoltre, siamo di fronte ad una misura utile in termini di prevenzione e salvaguardia della salute pubblica: non a caso, dallo scorso febbraio l’allevamento di visoni nel nostro Paese è stato sospeso dal Ministero della Salute per il pericolo di trasmissione del Covid-19.

Anche noi di Europa Verde ci abbiamo creduto, sostenendo la campagna di LAV e di Essere Animali, così come è avvenuto per le iniziative promosse da altre associazioni. Ma il nostro lavoro non si esaurisce qui! Dovremo ora assicurare un futuro agli animali ancora ingabbiati negli attuali allevamenti, anche in Veneto, provvedendo alla loro sterilizzazione e affidandoli a chi possa garantire loro un futuro dignitoso, ma non possiamo liberarli in natura. Inoltre sarà necessario assicurare la demolizione o la conversione degli impianti del nostro Paese.”

Conclude Guarda: “Anche il Veneto può fare la sua parte, assicurando in tempi brevi lo smantellamento degli allevamenti presenti nel territorio regionale e favorendo la diffusione di una cultura che non prevede inutili sofferenze per gli animali, come purtroppo avviene anche negli allevamenti intensivi per la carne.”