Sfratti, Conia: “finita sospensione, serve soluzione per chi non ha casa”

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unione inquilini stop sfratti
unione inquilini stop sfratti

“La sospensione degli sfratti, misura fra l’altro squilibrata per entrambe le parti coinvolte,
è scaduta e non più rinnovabile. Sentenza n. 213/2021 della Corte Costituzionale.
Intanto 32 mila famiglie sono sotto sfratto per morosità e non vi è chi le possa (pubblico) o
le intenda (privati) alloggiare”. Inizia così il comunicato di Conia, confederazione nazionale inquilini associati, sul tema dell’emergenza abitativa e degli sfratti.

“L’edilizia residenziale pubblica ha un arretrato di 100 mila domande (in media 5000
famiglie per ogni Regione) e per loro, pur avendone necessità, non c’è casa. Nessun programma, che ora sarebbe tardivo, ma almeno ci fosse un’idea: a partire dall’edilizia sovvenzionata fino all’housing sociale. Per vero qua e là iniziative anche lodevoli per inventiva ma sempre tardive e in ogni caso parziali, al più per qualche decina di famiglie.
Una questione sociale drammatica: sei milioni di poveri ci consegnano le ultime statistiche
con persone prive di un tetto o costrette a vivere in condizioni di precarietà. Ci chiediamo: se una nuova moratoria degli sfratti non è più ammissibile, perché insistere
ancora contro gli sfratti come fanno certi ritardatari e non invece puntare perché si
provveda una casa per tutti. Si spendono somme ingenti (bonus affitti) per misure palliative che non risolvono il problema di fondo”.

“Dal gennaio 2022 vanno adottate nuove e autentiche misure di sostegno. E intanto per
gli sfratti il passaggio va garantito da casa a casa. Ne va della dignità della persona di cui la casa è diritto fondamentale. Le forze sociali e politiche si devono impegnare urgentemente per un piano casa. Ci troviamo in condizioni peggiori del dopo guerra. Ma allora non c’erano case ora invece ce ne sono perfino troppe. Per questo si tratta non di costruire e neppure di misure farlocche ma di adottare provvedimenti seri, bilanciando responsabilmente gli interessi costituzionali in conflitto. Si può intanto raggiungere una intesa con la proprietà privata – conclude il comunicato – almeno per i tempi necessari per misure strutturali, finora neppure intraviste”.