Il voto a distanza in Italia è consentito solo per chi si trova all’estero. In molti altri Paesi, invece, votare fuori del proprio comune di residenza o votare per posta è una realtà (1). Crediamo sia il caso di rendere le nostre leggi più moderne e adeguate alle nuove realtà che stiamo vivendo da un paio d’anni, con problemi di mobilità da pandemia. Se non vogliamo che la pandemia ci faccia male anche per la massima espressione della nostra democrazia, il voto, sarà il caso di legiferare prima dei prossimi voti che ci aspettano a primavera, quelli per i referendum su giustizia, cannabis ed eutanasia – si legge nel comunicato che pubblichiamo dell’associazione Aduc (qui altre note Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) –.
La lezione di rinnovamento e di democrazia che ci spinge in questo, ci arriva proprio da come sono state raccolte le firme di due di questi referendum: essenzialmente quello per la legalizzazione della cannabis, ma in buona parte anche quello per la legalizzazione dell’eutanasia.
Tanti hanno convenuto che, in un contesto di crisi di partecipazione democratica, con il 50% degli aventi diritto che si sono recati alle urne nelle ultime consultazioni, la possibilità di firmare per i referendum con lo spid (senza, quindi, doversi fisicamente recare in un luogo) ha rivoluzionato e rafforzato la nostra democrazia. Se si pensa, in particolare, al referendum cannabis, quasi integralmente convocato da elettori che hanno firmato online, la portata e l’importanza diventa un’urgenza.
Non sappiamo cosa succederà alla pandemia nella prossima primavera. E’ probabile che avremo ancora a che fare con essa. Vogliamo per questo rendere più difficile questa consultazione elettorale? E’ probabile che qualcuno lo auspichi (2), ma chi ha interesse che il Paese non si disinteressi alle sue dinamiche riformatrici, è bene che si dia una mossa.
Il voto in altro Comune, il voto per corrispondenza o, se si fosse in grado, il voto via spid, sarebbero una conquista di civiltà per tutti.
NOTE
1 – si pensi all’importanza del voto per posta negli Usa, determinante quanto quello in presenza oltre a far diminuire i tassi di astensionismo.
2 – non sarebbe la prima volta che i contrari al referendum perorino l’astensionismo ché, vista l’attuale legge, se superiore al 50% degli aventi diritto, invalida la consultazione.