Pandemia e turismo, in Veneto +48,3% rispetto al 2020 ma le agenzie di viaggio sono in crisi

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Valdobbiadene, turismo esperenziale
Valdobbiadene, turismo esperenziale

Il 12 gennaio Luca Zaia ha gioito per il rapporto dell’Istat sul movimento turistico in Italia nei primi nove mesi del 2021 che certificava un +48,3% di presenze nelle strutture turistiche venete rispetto al 2020. Il 14 gennaio l’assessore al Turismo della Regione del Veneto Federico Caner ha lanciato un grido d’allarme per la situazione al limite del collasso vissuta dalle agenzie di viaggio venete appellandosi con una lettera al Ministro del Turismo, Massimo Garavaglia. È proprio il caso di dire che l’esultanza è durata poco o che, comunque, ogni fenomeno ha sempre due facce.

Zaia ha parlato di “elasticità virtuosa” affermando che «il dato significativo che emerge è che il sistema turistico veneto ha saputo riposizionare bene la sua offerta, attraendo molti più turisti residenti in Italia e rispondendo così, almeno in parte, all’inevitabile contrazione degli arrivi dall’estero». In Veneto però il volume di affari continua a essere in crisi: sebbene nel 2021 sono stati raggiunti i 375 milioni di euro, più del doppio rispetto al 2020 quando gli introiti erano stati di appena 145 milioni, il dato è lontano dal miliardo e mezzo registrato nel 2019, prima che iniziasse la pandemia.

L’assessore Caner ha sottolineato che se le altre categorie di operatori turistici stanno provando a resistere grazie anche ai flussi di prossimità, «per le agenzie il 2022 rappresenta il terzo anno consecutivo senza che il telefono squilli». La situazione è ulteriormente aggravata dal blocco dei fidi per le agenzie di viaggio che genera una mancanza di liquidità per gli investimenti e limita la possibilità di partecipare a bandi.

Sulla base di questi elementi le proposte di Caner sono cassa integrazione fino a giugno per i dipendenti e accesso al credito utilizzando la garanzia dello Stato, contributi a fondo perduto con la possibilità di godimento per coloro che abbiano realmente subito una diminuzione del fatturato di almeno il 30-40% e intervento sulla normativa in deroga per i prossimi due anni sul Fondo di Garanzia, ritornando ad istituirne uno di natura nazionale come nel 2016.

Turismo veneto cresce nonostante il Covid

Insomma, la situazione Covid sembra aver inficiato anche il turismo nella misura in cui i viaggiatori scelgono ormai di non programmare più i viaggi affidandosi a una agenzia. Nell’incertezza generale, il turismo sembra essere “mordi e fuggi”, “locale” e organizzato a ridosso della partenza. La verità è però che i flussi turistici che sono stati creati negli anni si devono in gran parte al mondo dell’intermediazione (Caner parla di un 68% di flussi generato dalle Agenzie di Viaggio e Tour operator).

Per quanto riguarda l’Europa, il dato relativo a turismo e agenzie turistiche nel 2021 non è ancora disponibile, ma un rapporto della European Travel Commission (ETC), l’organizzazione senza scopo di lucro responsabile della promozione dell’Europa come destinazione turistica nei mercati terzi, evidenzia che gli arrivi di turisti internazionali in Europa sono diminuiti del 77% tra gennaio e luglio 2021 rispetto al 2019.

Alla luce del fatto che la libertà di movimento e la possibilità di pianificare con sicurezza un viaggio sono cambiate, è pertanto ormai improrogabile la necessità di ripensare il turismo e il ruolo di specifiche categorie di operatori turistici che rischiano di scomparire.