Uno scandalo Francesco Rucco leghista con tessera? Il dramma dell’Italia, e di Vicenza, è aver cancellato i partiti e i loro contenuti

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Pubblicato alle 20.25, aggiornato alle 22.58. Dopo le indiscrezioni sulla tessera “leghista” di Francesco Rucco da parte del quotidiano confindustriale specializzato nella pubblicazione di amarcord di “like fascisti” e di “sondaggi elettorali” rigorosamente pagati da Otello Dalla Rosa, si è scatenata la caccia al “falso civico” neanche fosse il “falso nueve” del Napoli che ha fatto tremare ma non ha sconfitto, purtroppo (per me), la Juventus del sistema calcistico. E invece le elezioni le ha vinte, contro un sistema vicentino che però sembra già apparire come gattopardesco, il sicuramente “falso civico” Rucco.


Prima del “grandioso” scoop de Il Giornale di Vicenza solo dei politici ingenui potevano, infatti, pensare che Rucco fosse un vero civico col suo curriculum infarcito di tessere di una destra che oggi, è un fatto, è sempre meno storicamente ideologica e da Mussolini via Almirante e Fini, horribile dictu, è (s)caduta ancora più in basso verso quella a-culturale e populista di Salvini.

Eppure i dem con tessera e quelli senza o i loro simpatizzanti si sono scandalizzati solo ora, ingenui come sono se lo scoprono solo dal foglio locale di Confindustria, da sempre la loro Bibbia (b maiuscola o minuscola?).

Ma se il segretario del Pd di Vicenza (da sempre, come Rucco, con tessere) Formisano ha urlato all’inganno dei vicentini e se i civici storici alla Selmo e alla Pupillo si sono dichiarati sconcertati, questo sedicente centro sinistra dimostra che, a mesi dalla sconfitta elettorale, ancora non si è interrogato e tanto meno risposto sulle ragioni reali della sua sconfitta, che perpetua, però, la vittoria del sistema

Se un uomo di vera cultura, come Alberto Galla, commenta anche lui la scoperta dell’uovo di Colombo  ?come dovevasi dimostrare?, cosa ha dimostrato il suo leader, lo sconfitto Otello Dalla Rosa, che anche lui aveva proclamato come valore assoluto il civismo utilizzando come trampolino di lancio Vinòva, salvo poi abbandonarla al suo misero destino dopo essere stato richiamato all’ordine dagli emissari di Variati dopo il suo iniziale e vincente tentativo di smarcarsi dal loro sistema?

Di tessere Otello ne ha avute varie come quella del Psi ai tempi della già imperante Lia Sartori e poi quella del Pd, di cui ora fa il capogruppo da civico pentito anche lui.

Il problema vero, quindi, di Francesco Rucco, con o senza tessera della Lega o del futuro partito unico di destra, di Otello Dalla Rosa, migrante dal Psi al Pd con tanto di seggiole pubbliche e rincorse della pancia elettorale del momento, e di gran parte dei politici attuali (quelli nazionali e i loro emuli locali) è di non partire più da un pensiero e da un progetto di società (nazionale e, a cascata, locale che sia) ma di rincorrersi nel “ruttare” solo parole secondo i rutti più cool del momento salvo scandalizzarsi di quelli degli altri perché rutti di destra o sinistra a seconda dei casi.  

A proposito, caro Alberto, ricordi che io non ho votato né per il “destro” Rucco né per Dalla Rosa, che tutto è fuorché della sinistra che non c’è più e, perciò, perde, dopo l’identità, anche i voti.

Perciò ho dato un voto che per tanti, troppi era un voto non utile, ma che per me era utile alla mia coscienza, umana e  politica.

E glielo avevo detto, a lui e a lei, in tempi non sospetti e prima dello scoop del GdV.

Quelli che mancano sono i contenuti e, bisogna dirlo, anche le tessere dei partiti, se, ci basta Wikipedia per ricordarcene, “un partito politico è un’associazione tra persone accomunate da una medesima finalità politica ovvero da una comune visione su questioni fondamentali della gestione dello Stato e della società o anche solo su temi specifici e particolari“.