Tra una settimana circa avrà inizio la settantaduesima edizione del festival di Sanremo e nel casting, tra i più giovani degli ultimi anni, figura il nome del rapper milanese Rkomi. Al secolo Mirko Manuele Martorana, Rkomi è stato uno dei pionieri della trap in Italia, fenomeno musicale che ha rivoluzionato la musica italiana e cambiato le regole del rap game nostrano.
Dai suoi esordi con Calvairate Mixtape e l’ep Dasein Sollein al suo primo album Io in terra Mirko è sempre stato un enfant prodige per la scena italiana, molto apprezzato da pubblico e colleghi, tanto che oltre alle collaborazioni con i rapper con cui ha fatto la gavetta come Tedua e Izi ha collaborato anche con artisti annoverabili come veterani dell’ambiente hip-hop come Marracash, Noyz Narcos e Dargen D’amico.
Riconoscibilità, personalità e una spiccata capacità di scrittura sono le caratteristiche che permettono a Rkomi di imporsi come il presente e il futuro del suo genere, confermandosi anche nel 2018 con l’uscita del suo secondo ep Ossigeno. La svolta arriva però nel 2019, anno in cui Rkomi pubblica Dove gli occhi non arrivano; disco di successo e che amplia il suo pubblico, ma allo stesso tempo molto discusso dai fan in quanto vediamo l’artista aprirsi a sonorità più orecchiabili, accantonando parzialmente la sua vena rap più aggressiva e malinconica. I tempi non erano maturi e la metamorfosi di Mirko non era ancora completa tant’è che, come detto, il suo album non viene apprezzato fino in fondo; ed è così che dopo un 2020 di riposo e dedicato alle collaborazioni, il 2021 è l’anno della svolta, esce Taxi Driver, terzo album in studio di Rkomi, con sonorità prettamente pop che accarezzano talvolta il rock allontanando definitivamente il rap dal suo progetto, sia nella scrittura, sia nelle collaborazioni interne al disco.
Collaborazioni con Irama, Gazzelle e Ariete testimoniano il passaggio ormai completo al sound pop e persino pezzi con stelle del panorama hip-hop come Sfera Ebbasta ed Ernia sono sulla stessa linea tracciata dagli altri brani del disco. Complice l’avvento dell’estate e una scena musicale che ha superato l’ondata trap, di cui lo stesso Rkomi è stato fautore, il suo album è stato molto apprezzato e ha ampliato il pubblico dell’artista a dismisura, raggiungendo traguardi importantissimi e imponendosi come disco più venduto e più ascoltato su Spotify nel bel paese. Rkomi sta continuando a cavalcare l’ondata di successo dell’ultimo anno e ben presto si renderà protagonista sul palco dell’Ariston; da rapper a popstar il suo cambiamento è palpabile, i fan più longevi ed affezionati sono divisi nel giudizio della sua evoluzione, tra chi lo accusa di aver cambiato stile per avere una fetta di pubblico maggiore e chi vede in questo una naturale evoluzione artistica del musicista milanese.
Come in ogni cosa, sarà il tempo a dirci se il cambiamento di Rkomi sia stata una mossa vincente o meno, quale lato di Mirko sarà più apprezzato col passare degli anni, se quello del rapper con cui ha cominciato o con quello da popstar che cavalca le classifiche, se sarà più celebrato Io in terra o Taxi Driver, certamente Rkomi ha fatto la scelta che riteneva migliore per lo sviluppo della sua carriera artistica e pare avesse le idee chiare già nel 2019, quando in un’intervista a Basement Café dichiarò di sentirsi limitato dall’etichetta di rapper in quanto si reputava in grado di andare oltre i confini del suo genere di appartenenza. Adesso non ci rimane che osservare le sue prossime uscite, a cominciare dall’imminente festival di Sanremo a cui prenderà parte e vedere che forma prenderà il percorso artistico di Rkomi.
Questa rubrica è il frutto della collaborazione tra il giornale Vipiù.it e il Liceo Scientifico, Scienze Applicate, Linguistico e Coreutico “Da Vinci” di Bisceglie (BT) per i Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO).
Qui troverai tutti i contributi della nuova rubrica New Musical Tales (Nuovi Racconti Musicali) che prova a nascere con studenti liceali partecipanti a un progetto di scuola-lavoro a cui contribuisce ViPiu.it sotto la guida del prof. Michele Lucivero, per poi magari allargarsi ad altri studenti, ad altri giovani e ad appassionati di musica.