Ho iniziato a scrivere su ViPiu.it in piena pandemia, dopo aver conosciuto il direttore Giovanni Coviello alla presentazione di un libro di un altro giornalista, Renzo Mazzaro, sulle vicende della Banca Popolare di Vicenza, una enorme truffa che ha lasciato al verde migliaia di famiglie nel Veneto e in tutta Italia. Da quel giorno in poi, con l’auto di Coviello, ho iniziato a fare i primi passi in questo mondo. Scrivendo su ViPiu.it, e poi proseguendo gli studi in un master a Perugia, ho capito che il mestiere del giornalista è molto interessante: ti permette di capire come gira il mondo. Devi armarti di taccuino, scarpe comode, molta pazienza e buona volontà.
Questo almeno succedeva una volta; ora con internet e gli smartphone si cammina molto meno e si sta per tanto tempo davanti a un pc o al telefono. Ma, nonostante i tempi che cambiano, la bravura del giornalista sta nell’ascoltare le persone, essere preciso e archiviare quante più cose possibile. E soprattutto raccogliere storie. È questo il bello del mestiere: entrare nella vita delle persone che descrivi e pubblicarne un ritratto. Così le storie di persone che nessuno conosce finiscono sulle prime pagine dei giornali e poi vengono riprese in televisione e a loro volta finiscono sui social.
Però, oltre a raccontare storie, la cosa più bella che possa fare un giornalista è aiutare le persone che da sole non potrebbero fare granché. Il compito del buon giornalista è quello di dare voce a chi non ce l’ha: chi è più povero, chi è vittima di soprusi, o chi viene minacciato da qualcuno più forte di lui. Purtroppo il mondo è pieno di queste brutte storie e i giornalisti da soli più di tanto non possono cambiare la realtà. Ma fotografare e mostrare a tutti quello che non funziona nella nostra società è già un bel passo avanti. Le persone che leggono si arrabbiano e vogliono fare qualcosa. E di solito se si arrabbiano in molti, poi, qualcosa cambia. Quindi il nostro lavoro è questo: avere a cuore i più deboli e dar loro una possibilità di riscattarsi contro chi gli sta facendo un torto. Se nessuno parla, finisce che il più potente avrà la meglio.
C’è bisogno di molti giornalisti e bravi, che sappiano fare bene il loro lavoro. Ci sono infatti molte regole da seguire, ma la più importante è quella di raccontare la verità, senza commenti. Sarà il lettore a farsi l’opinione. Bisogna però anche essere molto curiosi e appassionati a quello che si racconta: le persone che ti leggono se ne accorgono e vorranno seguirti nella tua battaglia. Insomma, il mestiere non è facile. C’è molta crisi in questo settore, ma la qualità alla fine ripaga sempre. Spariranno i giornali cartacei? Può essere, quasi nessuno li legge più (purtroppo!).
Spariranno anche i telegiornali e i radio-giornali? Chi lo sa? Però una cosa è certa: ci sarà sempre bisogno di qualcuno che dia voce alla minoranza, perché la maggioranza fa già abbastanza baccano da sola, senza bisogno di essere amplificata. Soprattutto perché, se chi ha molto potere e molti soldi non si sente controllato, finirà per zittire chiunque non la pensi come lui. E questo è un male, perché uno solo al comando, prima o poi, qualche sciocchezza la combina. La storia ce lo insegna. Quello del giornalista è il miglior mestiere: controllare e capire come gira il mondo. Soprattutto per migliorarlo.
Questo articolo è il frutto della collaborazione tra il giornale Vipiù.it e il Liceo Scientifico, Scienze Applicate, Linguistico e Coreutico “Da Vinci” di Bisceglie (BT) per i Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO). Qui troverai tutti gli articoli del PCTO del Liceo “Da Vinci” di Bisceglie (BT).