“Non una base, non un soldato”, il Fronte della Gioventù Comunista si schiera contro l’escalation della tensione al confine Russo-Ucraino

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Russia - Ucraina, FGC: non una base non un soldato
Russia - Ucraina, FGC: non una base non un soldato

Non una base, non un soldato“. Si fa sentire così il Fronte della Gioventù Comunista, sulla crescente tensione al confine tra Russia e Ucraina. “Da settimane si susseguono retorica e dichiarazioni sempre più aggressive, con una battaglia di propaganda e informazione accompagnata da manovre militari. La pericolosa escalation degli ultimi giorni sta evidenziando concretamente il rischio che la competizione inter-imperialista che da anni ha come teatro l’Ucraina sfoci in una guerra aperta“.
Queste sono le loro parole. Accuse rivolte alle “borghesie” dei paesi coinvolti, incapaci, secondo loro, di raggiungere accordi diplomatici.

Sin dall’Euromaidan e dal colpo di Stato del 2014, gli USA e diversi paesi UE hanno perseguito l’obiettivo di rafforzare in Ucraina un governo apertamente anti-russo. A questo scopo hanno sostenuto senza alcuno scrupolo forze ultra-nazionaliste e, in alcuni casi, persino gruppi neo-nazisti“. Continua il FGC: “In questo contesto ebbe luogo il rogo della casa dei sindacati di Odessa. La popolazione civile e la classe operaia del Donbass, invece, hanno sofferto migliaia di morti ed enormi privazioni“.

Anche l’Italia, secondo il FGC, è complice in questa situazione. L’esercito italiano ha partecipato ad un’esercitazione NATO nel Mediterraneo, ed è pronto a partecipare ad operazioni di guerra in Ucraina, come ha pubblicamente affermato il ministro della difesa Guerini.

Così il Fronte della Gioventù Comunista interviene, facendosi sentire con manifestazioni in diverse piazze italiane. “Vent’anni fa l’Italia diede l’esempio con le più grandi mobilitazioni d’Europa contro la guerra in Iraq. Oggi bisogna ribadire: no a ogni forma di coinvolgimento dell’Italia in un conflitto imperialista. Non una base, non un soldato per la guerra“.

In ogni contesto, in ogni luogo di studio e di lavoro, in ogni mobilitazione, portiamo il NO alla partecipazione dell’Italia a qualsiasi piano di guerra imperialista. No alla concessione di basi sul territorio italiano per operazioni di guerra. No alla partecipazione dell’Italia alle esercitazioni NATO. Fuori l’Italia dalla NATO, via tutte le basi militari USA e NATO dall’Italia“.