“Fa piacere che i giovani si interessino con passione alle vicende ambientali e politiche, ma è un peccato che Anna e Leonardo si siano prestati a fare polemica strumentale nei confronti della Regione del Veneto, riportando notizie inesatte e perdendo così un’occasione per fare chiarezza su un tema talmente delicato. Una trasmissione che si definisce “giornalistica” dovrebbe sapere che temi così complessi si affrontano anche sentendo l’opinione di chi ha competenze tecniche, giuridiche e amministrative. Sarebbe quindi quantomeno doveroso, da parte loro, aprire un contraddittorio”. I Consiglieri regionali dell’Intergruppo Lega-Liga Veneta Silvia Rizzotto, Presidente della Seconda commissione consiliare, e Roberto Bet, presentatore del progetto di legge 97, ‘Norme per la disciplina per la realizzazione di impianti fotovoltaici con moduli ubicati a terra’, replicano con queste parole “Al servizio andato in onda ieri sera su Striscia la Notizia che aveva come tema la realizzazione di un impianto fotovoltaico a Mogliano Veneto.
Il servizio televisivo ha accumulato una serie di imprecisioni e inesattezze. Il dirigente Ispra intervistato suggerisce di realizzare gli impianti fotovoltaici nelle aree dismesse e sui tetti, ma non è ben chiaro a chi sia indirizzato questo consiglio. Gli impianti di fotovoltaico per la produzione di energia da fonti rinnovabili sono realizzati da società private operanti nel mercato. Non sapevamo che l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) che, ricordiamo, è un ente pubblico di ricerca italiano, abbia tra i suoi scopi quello di suggerire agli investitori dove fare gli impianti di produzione di energia elettrica da fonte solare. Se il consiglio va inteso come proposta legislativa per regolare l’approvazione di progetti su queste aree, ricordiamo che i procedimenti autorizzativi sono disciplinati dalla normativa statale, quindi l’unico destinatario che potrebbe avere competenza in merito è il governo nazionale. Anna, la giovane veneta intervistata nel servizio, critica la possibilità di realizzare un parco fotovoltaico su terreni agricoli. La informiamo, appunto, che la materia dell’energia è di competenza statale.
La Regione non può introdurre un divieto generale di installazione degli impianti in zona agricola e i poteri in capo alle amministrazioni regionali sono molto limitati, essendo gli impianti considerati dal DPR 327/2001 “opere di pubblica utilità indifferibili ed urgenti”. Il problema è la legislazione statale che non permette di vietare in via generale l’installazione di questi impianti in zona agricola. Ad oggi non si contano le leggi regionali che sono state impugnate e dichiarate illegittime dalla Corte Costituzionale (come è successo per leggi di Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata e di recente anche Friuli), proprio perché tentavano di introdurre dei limiti come prospettati da Anna, ma che non sono ammissibili. Per cui ci preme spiegare, considerato il grande interesse che questi temi hanno suscitato, e giustamente, nelle giovani generazioni, che se abbia senso o non senso installare questi impianti in zona agricola lo decidono gli investitori sulla base di business plan e della convenienza economico finanziaria del progetto. La Regione non può decidere dove fare gli impianti, effettua solo l’istruttoria per autorizzare o meno l’impianto sulla base dei vincoli di legge e delle tutele ambientali e paesaggistiche attualmente previste”.
“Altro punto che necessita di una precisazione – spiegano i due Consiglieri – è la dichiarazione secondo cui in Veneto le leggi in materia sarebbero “scarsissime”. Il Veneto è stato tra le prime Regioni a dotarsi di una regolamentazione per l’individuazione di aree idonee e non idonee, già nel 2012, con una delibera di Consiglio regionale. Una norma che disciplina tutele e limiti all’installazione di impianti fotovoltaici, nel rispetto dei limiti delle competenze che lo Stato ha attribuito alle Regioni, e che tutela il paesaggio, l’ambiente, i beni architettonici e tutti gli interessi che devono essere valutati nel procedimento di autorizzazione di questi impianti. Proprio sulla base di questa delibera sono stati sono stati bloccati vari impianti in Veneto. Anche le informazioni riguardo il progetto di legge 97, cui si fa riferimento nel servizio, sono inesatte. Il pdl 97 è stato depositato il 20 settembre 2021 e illustrato e approfondito, in questi mesi, nella Seconda commissione. Sono state raccolte le osservazioni da parte degli stakeholders che sono pervenute a fine dicembre. Tutte le osservazioni sono state attentamente valutate e si sta concludendo l’aggiornamento del testo rispetto ai contributi arrivati da varie associazioni ed enti. Il pdl non non è fermo da tantissimo tempo, il suo iter sta procedendo con regolarità e a breve approderà in Consiglio. È bene però che si sappia che ci sono tempi tecnici per completare le valutazioni necessarie e accogliere le osservazioni pervenute. C’è inoltre un ulteriore motivo di rallentamento nell’iter, che Leonardo e Anna, o piuttosto i responsabili della trasmissione, si sono ben guardati dall’evidenziare: il vero problema è che mancano norme chiare a livello statale e che quindi ci sono continui interventi che rimandano a futuri provvedimenti governativi che non sono ancora stati approvati”.
“Nella trasmissione vengono poi fatti paragoni con l’Emilia Romagna, all’avanguardia nel fotovoltaico, secondo gli autori, per la possibilità di realizzare impianti in aree dismesse. Come già spiegato – ricordano i Consiglieri – non serve una delibera regionale che promuova come siti idonei le cave in dismissione o discariche, perché è la stessa legge nazionale che lo prevede. Gli emiliani non hanno fatto nessun passetto in avanti, hanno semplicemente applicato la legge nazionale, cosa che si sta facendo anche in Veneto e in tutta Italia. Il fotovoltaico flottante, poi, è realizzabile anche in Veneto: non c’è nessun divieto a priori, è sufficiente che l’istruttoria che dovrà considerare tutti i vincoli della zona dove verrà installato l’impianto superi tutte le eventuali criticità. Spiace che Anna e Leonardo, volti e voci degli autori della trasmissione, non abbiano chiesto al Governo come mai fino ad oggi non ci sia stato un bando del PNRR che favorisca gli impianti di fotovoltaico in zone degradate, nei parcheggi, sopra le cave o discariche”.
“I “passetti in avanti”, come li chiamano, nella direzione giusta – concludono Rizzotto e Bet – si fanno raccontando ai cittadini la verità e spiegando correttamente le competenze e i limiti che hanno le Regioni rispetto a quanto è nei poteri dello Stato. Anna dice di non essere rimasta soddisfatta della risposta che le ha scritto il Governatore Zaia. Una reazione legittima, ma il nostro è un Paese dove si rispettano le leggi e le gerarchie delle competenze. Non possiamo permetterci di violare le norme a seconda di quello che ci piace o non ci piace. Chi fa comunicazione, soprattutto rivolta ai giovani, è bene che trasmetta questa cultura della legalità. In Veneto siamo abituati a fare le cose per bene nel rispetto di tutti e soprattutto nel rispetto della legge”.