Un’Europa più unita di fronte alla guerra. Il messaggio più che mai attuale arriva dallo spettacolo “Le Etiopiche”, al Teatro Astra di Vicenza sabato 5 marzo alle 21 (qui altre news sul teatro vicentino, ndr). “In quel confine tra Greci e Persiani, tra “Noi” e “Loro”, – spiega la scheda artistica – che assume tratti archetipici per lo stesso mito d’Europa, l’Unione Europea sembra avere l’ultima occasione per realizzare il suo progetto, quello di divenire un soggetto politico fondato su un nuovo modello di coesione sociale”.
La giovane rivelazione Mattia Cason, danzatore, attore e performer è una delle realtà più interessanti della nuova scena teatrale. La rappresentazione con la quale l’artista, in scena con altri quattro interpreti, propone una rilettura dell’epica di Alessandro Magno alla luce della contemporaneità, aprendo una riflessione sull’Europa di oggi in una prospettiva che contempla l’accoglienza come opportunità piuttosto che come limite, ha vinto il Premio Scenario 2021 per l’attenzione su come storia e mito, plurilinguismo e multidisciplinarietà, complessità concettuale e artigianato teatrale ricollocano nel passato tematiche del presente.
Una riflessione interessante che ci può aiutare a comprendere meglio ciò che sta alla base delle vicende belliche che si succedono in queste ore. Con questa ottava proposta in calendario, infatti, l’attualità è ancora una volta protagonista di Terrestri, la stagione del contemporaneo al Teatro Astra. Un progetto curato dal Centro di Produzione Teatrale La Piccionaia per il Comune di Vicenza con il sostegno del Ministero della cultura e della Regione del Veneto.
“Le Etiopiche” è la prima parte di una trilogia incentrata sulla figura di Alessandro Magno, un Alessandro inteso non come grande conquistatore, ma come simbolo d’una curiosità irrefrenabile per tutto ciò che è altro, diverso, straniero.
In anteprima nazionale al Teatro Astra di Vicenza, lo spettacolo debutterà il 17 marzo al Teatro Nuovo di Napoli: “ricorre contemporaneamente a due diversi linguaggi, la danza e il video. La danza segue la linea drammaturgica che descrive la vita di Alessandro, le sue avventure e i suoi incontri, mentre il video si inserisce in quella narrazione con storie di rifugiati del nostro tempo”, prosegue la descrizione della scheda. Un tempo fatto di guerra alle porte dell’Europa al centro della scena grazie all’ideazione, la drammaturgia, la coreografia e la regia di Mattia Cason con la produzione di EN-KNAP Produzioni/CSS Teatro stabile di innovazione del FVG e il sostegno di Dialoghi – Residenze delle arti performative a Villa Manin e l’interpretazione di Katja Kolarič, Rada Kovačević, Tamás Tuza e Carolina Alessandra Valentini.
L’appuntamento al Teatro Astra si lega anche all’esperienza di visione dell’estratto di una ventina di minuti fatta dal gruppo di spettatori curiosi di Astraclub in occasione della 18ª edizione delle tappe di selezione del Premio Scenario dell’anno scorso, organizzata a giugno da La Piccionaia.
Mattia Cason si è laureato in Antropologia e studi visivi all’Università di Siena. Successivamente ha proseguito i suoi studi all’Università di Bologna, conseguendo un Master in Etnologia e Antropologia Culturale. Tra il 2009 e il 2012 ha studiato e si è diplomato in recitazione all’Accademia d’Arte Drammatica “Nico Pepe” di Udine. Successivamente si trasferisce a Tel Aviv, in Israele, per studiare danza presso “Haqvutza beYafo”. Nel 2013 è ammesso a “The Maslool” Dance program e continua la sua formazione nell’arte della danza. Da allora, ha danzato con Fresco Dance Company (2015-2017), Inbal Dance Company (2017-19) e in diversi progetti indipendenti, con coreografi come Michael Getman, Mor Shani, Maya Yogel e altri.
Nel febbraio 2020 ha preso parte allo spettacolo “Mileva” di e con Ksenjia Martinović, prodotto dal CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia. Nel febbraio 2020 si trasferisce a Istanbul dove inizia a lavorare con la coreografa Isil Biçakçi, ma l’emergenza Covid 19 lo costringe a rimandare il progetto. Dal 2021 è membro della Compagnia EN-KNAP, l’unica formazione stabile di danza contemporanea della Slovenia.
I biglietti sono in vendita al costo di 15 euro per l’intero, 12 euro per il ridotto e 10 euro per i gruppi con minimo dieci persone.
——
Fonti: Le Etiopiche, Europa e confini tra danza e video , Comune di Vicenza