“Giro di vite” per il Vicenza Opera Festival: lo presentano Iván Fischer e la Società del Quartetto di Vicenza

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Giro di vite di Iván Fischer per il Vicenza Opera Festival
Giro di vite di Iván Fischer per il Vicenza Opera Festival

Iván Fischer e la Società del Quartetto di Vicenza presentano il programma della prossima edizione del Vicenza Opera Festival, in scena al Teatro Olimpico da venerdì 21 a domenica 23 ottobre 2022. L’opera rappresentata dalla Iván Fischer Opera Company è The Turn of the Screw (Il giro di vite) di Benjamin Britten. Sabato 22 la Budapest Festival Orchestra esegue il Concerto per violoncello n. 1 di Haydn e l’Eroica di Beethoven. Durante i giorni del Festival incontri musicali anche nelle case di riposo e in ospedale.

Per i melomani le date da cerchiare sul calendario sono da venerdì 21 a domenica 23 ottobre 2022 quando i riflettori del Teatro Olimpico si accenderanno sulla quinta edizione del Vicenza Opera Festival, kermesse ideata dal maestro Iván Fischer e ritagliata su misura per il “teatro più bello del mondo”.
L’iniziativa è stata presentata questa mattina, 3 marzo, all’Odeo del Teatro Olimpico di Vicenza dal Presidente della Società del Quartetto Paolo Pigato, dalla contessa Caroline Marzotto, dal sindaco di Vicenza Francesco Rucco, dall’assessore alla Cultura Simona Siotto – il Festival è realizzato in collaborazione con il Comune di Vicenza – da Iván Fischer collegato da Budapest e Marco Gandini che con il maestro ungherese firma la regia dell’edizione 2022 del Festival. «In questi giorni Vicenza si sta preparando per affrontare le fasi finali che porteranno alla scelta della città Capitale della cultura 2024 – ha ricordato nel suo saluto il sindaco Rucco – ed è grazie ad eventi di questo spessore che Vicenza è stata scelta tra le 10 finaliste».
Dopo il Falstaff di Verdi, i due capolavori estremi di Monteverdi (L’Orfeo e L’incoronazione di Poppea) e un’edizione largamente rimaneggiata, nel 2020, che ha dovuto fare i conti con l’emergenza Covid, quest’anno la Iván Fischer Opera Company cambia totalmente scenario presentando un’opera moderna come The Turn of the Screw di Benjamin Britten, uno dei più originali drammi che il teatro lirico abbia mai prodotto.
Il lavoro in un prologo, due atti e sedici scene commissionato dal Festival Internazionale di Musica Contemporanea di Venezia venne alla luce in un semestre di lavoro e debuttò con successo al Gran Teatro La Fenice il 14 settembre del 1954. «Ho avuto l’onore di incontrare Britten in un paio di occasioni – ha ricordato Fischer – e posso testimoniare, perché sull’argomento abbiamo discusso assieme, la sua netta presa di posizione contro qualsiasi forma di guerra e uso delle armi anche per scopi difensivi. Un messaggio, quello del grande compositore inglese, che è di estrema attualità».
Scritto su libretto di Myfanwy Piper ispirato all’omonimo romanzo di Henry James, The Turn of the Screw è una ghost-story ambientata in una grande dimora di campagna che ha per protagonisti Miles e sua sorella Flora, due fanciulli orfani che subiscono l’influenza di una coppia di spiriti che avevano prestato servizio in quella casa: l’istitutrice Miss Jessel e il cameriere Quint.
Lavoro di grande tensione psicologica, The Turn of the Screw tocca uno dei temi che erano particolarmente cari al compositore inglese: il mondo dell’infanzia, simbolo d’innocenza, contrapposto al mondo violento e corrotto degli adulti.
Gli interpreti principali scelti da Fischer, tutti di grande esperienza, sono il tenore londinese Andrew Staples (il cameriere Quint), il soprano Miah Persson nel ruolo dell’Istitutrice, il soprano di coloratura Laura Aikin nei panni di Mrs Grose e il mezzosoprano Allison Cook, che sarà Miss Jessel. Per i ruoli dei due orfanelli Miles e Flora, particolarmente importanti nello sviluppo dell’opera, è in corso in questi giorni il casting in alcune scuole di canto inglesi.
La regia è del maestro Fischer con Marco Gandini mentre i costumi e la scenografia sono curati anche quest’anno da Anna Biagiotti e Andrea Tocchio.
Seguendo il collaudato format ideato dal maestro Fischer per il Vicenza Opera Festival, fra le due rappresentazioni dell’opera di Britten sabato 22 ottobre il Teatro Olimpico ospita un concerto sinfonico della Budapest Festival Orchestra, formazione che anche quest’anno rientra nella speciale classifica delle dieci migliori orchestre del mondo.
L’ensemble magiaro eseguirà il Concerto per violoncello e orchestra n. 1 in Do maggiore di Joseph Haydn, con la partecipazione solistica del virtuoso franco-tedesco Nicolas Altstaedt, e la Sinfonia n. 3 in Mi bemolle maggiore “Eroica” di Beethoven.

Durante le giornate del Festival i musicisti della Budapest Festival Orchestra porteranno la loro musica in alcune case di riposo e all’ospedale di Vicenza proseguendo così una bella iniziativa fortemente voluta fin dalle passate edizioni dalla Società del Quartetto di Vicenza, dal maestro Fischer e dalla contessa Caroline Marzotto.

I biglietti sono in vendita sul circuito Vivaticket.

Programmi completi e ulteriori informazioni sono disponibili sui siti Internet www.vicenzaoperafestival.com e www.quartettovicenza.org