Di tante squadre che, nel corso della storia dell’NBA, si sono sfidate, contendendosi il titolo anno dopo anno, sicuramente una di quelle con il passato più glorioso e vincente è la franchigia dei Boston Celtics. Questa squadra nel corso dei settantacinque anni, da quando la lega esiste, ha accolto alcuni dei migliori giocatori della storia, molti dei quali sono ad oggi riconosciuti come membri della Hall of Fame, tra cui ricordiamo Larry Bird, Bill Russell o Kevin McHale. Tra tutti questi però, è riservato un posto speciale nel cuore di tutti i tifosi di Boston allo statunitense Isaiah Thomas.
Il playmaker è recentemente tornato, anche se solo per un periodo di tempo limitato (di soli 10 giorni), a sfidarsi con le grandi squadre dell’NBA sotto la franchigia degli Charlotte Hornets.
La sua vita è stata legata al basket da prima ancora della sua nascita; il padre infatti, grande tifoso dei Los Angeles Lakers, prima dell’inizio delle finali dei Play-off del 1989 tra Lakers e Detroit Pistons, scommise con un suo amico che, nell’eventualità in cui i Pistons avessero vinto il titolo, avrebbe dato a suo figlio il nome dell’allora stella di Detroit: Isaiah Lord Thomas III, e così fu.
Nonostante l’altezza, da sempre un requisito importante nel gioco della pallacanestro, rappresenti per lui un impedimento, relegandolo infatti alla statura di 1 metro e 75 centimetri, ha comunque dimostrato sin da subito una grande forza di volontà, che lo ha portato a raggiungere il Draft dell’NBA, riuscendo a venir selezionato con la sessantesima ed ultima scelta dai Sacramento Kings nel 2011.
In questa squadra ha giocato per tre anni, regalando grande spettacolo e realizzando una delle azioni più iconiche dell’ultimo decennio contro i Golden State Warriors, mettendo a segno un tiro da fuori l’arco dei tre punti praticamente da steso. Sempre in questo periodo, riuscì ad ostacolare quasi da solo l’avanzata ai Play-off degli Oklahoma City Thunder, che a quel tempo contavano tra le loro fila un terzetto formato da Russell Westbrook, Kevin Durant e James Harden, mettendo a referto una tripla doppia e quasi rimontando una partita persa in partenza di oltre 30 punti.
Nell’estate del 2014 passò a giocare per la franchigia dei Phoenix Suns, ma venne scambiato appena un anno dopo approdando nei Boston Celtics.
Qui conobbe il suo periodo di massimo splendore durato due anni e mezzo, realizzando 4422 punti in 179 partite totali che gli valsero la nomina all’All-Star game per ben due anni di fila e, nel 2017, la candidatura al Kia MVP dove arrivò terzo. Nel corso di questi anni riuscì anche a guidare la sua squadra, quasi completamente sprovvista di altri validi giocatori, verso la corsa dei Play-off fino alle finals di Conference del 2017, dove però venne purtroppo sconfitto dai Cleveland Cavaliers capitanati da Lebron James.
Tra tutti però, l’evento più importante, che lo ha portato ad essere uno dei giocatori più amati della lega, è legato alla partita che disputò il 2 maggio 2017. In quella data, infatti, si sarebbe dovuto festeggiare il ventitreesimo compleanno della sorella Chyna Thomas, morta però neanche un mese prima ed alla quale decise di dedicare la sua performance contro i Washington Wizards. In quella partita Isaiah Thomas realizzò il suo miglior numero di punti messi a referto in una singola partita, ben 53, facendo commuovere l’intero pubblico, dopo essere scoppiato in un pianto liberatorio indirizzato alla sorella, da lui tanto amata.
Oltre a tutto questo, nel corso della sua permanenza a Boston, Isaiah realizzò un’altra grande prestazione nel 2016 in un match contro i Miami Heat, nel quale totalizzò 52 punti personali di cui 29 segnati solo nell’ultimo quarto, diventando il giocatore dei Celtics ad aver segnato più punti nella frazione di gioco finale.
Dalle sopracitate finals di Conference del 2017 iniziò però la grande battuta d’arresto di Thomas, causata da un infortunio all’anca, divenuto sempre più grave con lo scorrere del tempo, che lo ha ostacolato a tal punto da venire ceduto nella stagione successiva, portandolo ad un periodo di forte depressione durante il quale è stato scambiato da quattro diverse squadre nel giro di neanche tre anni.
Successivamente a ciò l’ex numero 4 di Boston si è preso una stagione di pausa nel 2020, dopo la quale ha ricominciato a giocare nella D-League, provando a tornare quello di qualche anno prima e riuscendo anche, in una partita, a totalizzare 81 punti dal campo.
Ad oggi Isaiah, nonostante le numerose complicanze vissute, prima tra tutte il dover convivere con un’anca di ferro sostitutiva, riesce ancora a far parlare di se, riuscendo, nelle ultime partite giocate, ad incrementare la media punti della panchina degli Charlotte Hornets, portandola da 20 a 50, anche grazie alla grande esperienza accumulata giocando per ben 10 squadre diverse.
Questo articolo è il frutto della collaborazione tra il giornale Vipiù.it e il Liceo Scientifico, Scienze Applicate, Linguistico e Coreutico “Da Vinci” di Bisceglie (BT) per i Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO) sotto la guida del prof. Michele Lucivero. Qui troverai tutti gli articoli delle alunne e degli alunni del Liceo Scientifico, Scienze Applicate, Linguistico e Coreutico “Da Vinci” di Bisceglie (BT).