Profughi ucraini: consulenti lavoro Vicenza pronti a gestire pratiche accoglienza riattivando “Sportello lavoro” per incrocio domanda offerta.

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Mentre si moltiplicano le iniziative umanitarie a favore dei profughi ucraini in fuga dal proprio paese, l’Ordine dei consulenti del lavoro della provincia di Vicenza, alla luce di un’Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei ministri volta a coordinare le attività di accoglienza dei profughi ucraini, ha reso noto al Prefetto di Vicenza, tramite una lettera a firma del proprio presidente Franco Bastianello, la disponibilità dei propri iscritti per la gestione delle pratiche amministrative necessarie al rilascio dei permessi di soggiorno.

Franco Bastianello, presidente Ordine dei consulenti del lavoro della provincia di Vicenza
Franco Bastianello, presidente Ordine dei consulenti del lavoro della provincia di Vicenza

“Si tratta di un passaggio fondamentale – scrive una nota dell’Ordine – che consente, a quanti lo desiderano, lo svolgimento di attività lavorativa subordinata, stagionale e autonoma, come stabilito dalla medesima Ordinanza della presidenza del consiglio”.  Proprio per agevolare l’incontro tra domanda e offerta, i Consulenti del lavoro hanno proposto al sindaco di Vicenza e ai presidenti delle Conferenze dei sindaci, la riattivazione dello “Sportello di ascolto”.

“Si tratta di un’iniziativa – aggiunge Bastianello – che ha riscontrato in passato un notevole successo in quanto ha accompagnato nella ricerca di occupazione i lavoratori del nostro territorio estromessi dal mondo produttivo durante la crisi economica post 2008. Considerata la carenza di manodopera che si riscontra in diversi settori, lo Sportello, come già avvenuto in passato, potrebbe agire da facilitatore. Sappiamo bene – conclude Bastianello – che l’emergenza umanitaria sta portando verso il nostro Paese, così come in altri, quasi esclusivamente donne e bambini, ma si tratta comunque di diverse professionalità che potrebbero trasformarsi, almeno momentaneamente, in una risorsa per le nostre aziende, dando la possibilità a queste persone segnate dalla follia della guerra, di essere inserite in contesti di “normalità” e allo stesso tempo di poter avere a disposizione delle risorse economiche sicuramente utili in questo momento di gravissima difficoltà”.