Legge 205 per le vittime di BPVi e Veneto Banca, Riccardo Federico Rocca: grazie a preti e leaderucci i risparmiatori rischiano di rimanere a bocca asciutta

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Egr. direttore Coviello, mi permetto una riflessione sulla vicenda dei risarcimenti spettanti e promessi agli azionisti delle ex banche popolari venete, la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. La legge 205/2017 si era ispirata al principio – a mio avviso del tutto condivisibile – che a essere risarciti dovessero essere soprattutto le vittime delle truffe che, specie a partire dal 2012, sono state scientemente organizzate e hanno prodotto ferite profonde e dolorose. L’obbligo professionale di tutti i valenti colleghi che – chi più chi meno – avevano ricevuto il mandato da parte di risparmiatori ingannati avrebbe dovuto consistere nel presentarsi compatti al “Governo del cambiamento“.

 


E a questo governo chiedere che l’intero ammontare dei fondi dormienti a oggi disponibile – pari a circa 1,5 miliardi di euro – fosse destinato ad alimentare il fondo di ristoro il cui iniziale stanziamento di cento milioni di euro era palesemente insufficiente.

Sembrerebbe invece [il condizionale è d’obbligo perché la vicenda è in corso] che molti – e i più rumorosi – abbiano optato per una strada che appare stretta e angusta ovvero abbiano chiesto che sia dato qualcosa a tutti indistintamente, ad esempio anche a chi ha in carico le azioni a dieci euro e con i dividendi negli anni incassati ha pressoché già recuperato l’intero capitale a suo tempo investito.

Nel frattempo, l’estate è passata ed è tempo di finanziaria, i soldi disponibili sono pochi e, tra chi lamenta una pensione da fame, chi aspira a ritirarsi dopo una vita di lavoro ma ancora non può, i malati che sollecitano la riduzione dei ticket, i disoccupati senza reddito (di cittadinanza), la sorte del risparmio tradito si trova a competere con istanze sociali di ben più pregnante valenza.

Sicché voci autorevoli stimano la somma disponibile in un massimo di 500 milioni di euro.

Purtroppo preti e aspiranti leaderucci politici non sanno far di conto, perché se il detto ammontare sarà suddiviso tra tutti gli oltre 200.000 azionisti, a ciascuno non toccheranno in sorte nemmeno 2.500 euro, un importo davvero mortificante e finanche offensivo per chi è stato davvero truffato e del tutto irrilevante per chi ha ereditato le azioni dal nonno che le aveva acquistate nel secolo scorso.

Col rischio aggiuntivo che se la politica prende coscienza di tale inevitabile esito, i 500 milioni di euro – in tesi destinati a una platea indistinta che, per quanto sopra osservato, non avrebbe motivo di ringraziare – potrebbero da subito prendere altre vie elettoralmente più vantaggiose, lasciando tutti a bocca asciutta.

Cordialità

Riccardo Federico Rocca, Commercialista e revisore legale, partner dello studio legale Rocca – Milano, nostro esperto indipendente 

(la foto è di un intervento di Rocca in una delle ultime assemblee della BPVi)