Il dossier “scoop” sui like fascisti arriva in Procura, Alessandro Cegalin denuncia Il Giornale di Vicenza: “macchina del fango”

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Alessandro Cegalin, candidato con la lista Vicenza ai Vicentini in appoggio all’attuale sindaco Francesco Rucco, finito con lui nella lista del… “dossier scoop” del giornale locale che aveva “individuato” dodici candidati che venivano indicati come simpatizzanti, se non peggio, del fascismo per alcuni loro “like” su post di Fb e poi non eletto alle ultime amministrative, non ci sta e chiama in causa con una denuncia querela Il Giornale di Vicenza e, più precisamente, come da atto sottoscritto dal suo legale, l’avv. Alessandro Zagonel (a sinistra nell’immagine col suo asstito, ndr) il direttore del Giornale di Vicenza pro tempore (Luca Ancetti, ndr), l’editore e stampatore pro tempore dello stesso quotidiano, la giornalista Roberta La Bruna e ignoti per i reati di diffamazione a mezzo stampa, Stalking, turbativa elettorale ex 294 CP…“. 

Nella vita di un giornale e di colleghi che si rispettino per l’eventuale loro attività di inchiesta su misfatti, pubblici e privati, non mancano di certo le querele e, ad esempio, noi esibiamo come medaglie al nostro impegno quotidiano quelle ricevute, direttamente o in nome degli enti che rappresentano da “potenti” come Gianni Zonin, Elena Donazzan e Luca Zaia, tanto per citarne alcuni, ultimi ma non, temiamo, gli ultimi.

Un po’ meno spesso (a memoria, tra le tante, diremmo mai) ne abbiamo ricevute da persone “normali”, che so il direttore, con famiglia, delle Poste di Vicenza, o, addirittura, da un cittadino che si candida alle elezioni comunali e al massimo, quindi, aspira a partire dal gradino iniziale del “potere” (al servizio e a carico dei cittadini su sarebbe visto solo dopo le ora mancate elezioni) vantando per altro un curriculum professionale, che, vista l’età (26 anni) non è dei peggiori e che riprendiamo dal suo profilo: “socio ed amministratore della società ETC Engineering SRL (con sede a Vicenza in Viale della Pace ), azienda che si colloca tra le maggiori realtà italiane nell’ambito della progettazione integrata e nella progettazione e gestione di Data Center. Siamo leading partner delle più importanti società IT italiane (quali Engineering Spa, ADR Spa, Infracom Spa, SEC Servizi ), di alcuni istituti bancari italiani ( quali Banca Intesa, Banca Trento e Bolzano, Raiffeisen Bank ) e di alcuni enti della Pubblica Amministrazione ( quali Ministero degli Esteri , Guardia di Finanza, Regione Emilia Romagna, Avepa ) realtà per le quali abbiamo realizzato importanti progetti…“.

Ebbene cosa imputa al quotidiano di Confindustria Vicenza tramite l’avv. Zagonel il “candidato non eletto” di Vicenza ai Vicentini?

«In piena campagna elettorale – leggiamo dalla denuncia querela presentata lo scorso luglio 2018 – , Il Giornale di Vicenza, Sabato 19 maggio 2018, titolava, in prima pagina, taglio alto, titolo 4 colonne e foto “Post fascisti da dieci candidati” a firma Roberta Labruna, con rinvio a pagina 16, e con civetta titolo a due colonne: “Rucco : “«Chiederò conto a tutti i responsabili»” a firma Smiderle. A pagina 16 (All. 2) seguono i due articoli. Titolo a tutta pagina, 7 colonne: “Foto e inni fascisti nei post di dieci candidati”; occhiello: “IL CASO. I messaggi di aspiranti consiglieri delle liste Rucco sindaco, Vicenza ai vicentini e Fratelli d’Italia: negli ultimi tempi sono stati rimossi, ma ne è rimasta traccia”. Sommario: “Svastiche, lodi al duce e a Hitler, insulti antisemiti e contro gli omosessuali: i pensieri su Facebook di membri di tre liste a sostegno di Francesco Rucco”.

L’articolo a firma Roberta Labruna inizia così: 

“Sieg Heil, svastiche, affermazioni razziste contro gli ebrei e gli omosessuali. Sono almeno una decina i candidati, distribuiti in tre delle liste che sostengono la corsa a sindaco del candidato di centrodestra Francesco Rucco, la sua, quella di Vicenza ai Vicentini e Fratelli d’Italia, che hanno postato o condiviso sui social contenuti di questo tenore. Dalla lista Rucco sindaco a quella di Vicenza ai Vicentini. Il capolista Stefano Boschiero, fondatore insieme ad altri del movimento Sovranità e Difesa Sociale, considerato vicino a Forza Nuova, ad ogni compleanno riceve una sfilza di auguri. Di questo tenore: Auguri camerata», «auguri fascistaccio». Con lui che risponde con un «Grazie. Nobis». Nobis era un tipico saluto fascista ed era associato a dux. Anche nei suoi post, come in quelli di diversi altri di questi candidati finiti sotto la lente d’ingrandimento, ricorre spesso il numero 88. Altro simbolo neonazista: l’ottava lettera dell’alfabeto è H e 88 sta ad indicare Heil Hitler. Pure Alessandro Cegalin, stessa lista, mandando gli auguri a Boschiero scrive 88.

Il sottoscritto – aggiunge in suo nome l’avv. Zagonel – , per il solo fatto di aver accompagnato con il numero 88 gli auguri di compleanno, inviati mezzo Facebook all’amico e candidato a Consigliere comunale, Stefano Boschiero, è stato vittima, di una inaudita violenza mediatica, con false accuse di essere fascista, nazista, omofobo, razzista, indegno di rappresentare la comunità.

La ripetizione quotidiana, ossessiva, indiscriminata e generalizzata delle accuse appena indicate a 12 candidati, ahimè comprendendo il sottoscritto, diventerà, vorrà la Procura convenire, molestia e stalking.
Senza che vi sia alcuna novità di cronaca, le accuse di fascismo, nazismo, omofobia, razzismo e la conseguente “impresentabilità” dei candidati de quo, sono state oggetto di ulteriori articoli di stampa.
Il giorno dopo infatti, Domenica 20 maggio 2018, il Giornale di Vicenza, dedica al caso, in prima pagina, l’editoriale di Luca Ancetti titolato “La responsabilità pubblica” e poi a pagina 14, a tutta pagina, 4 colonne di titolo e 3 di foto: “Bufera sugli inni fascisti passo indietro se eletti»”; occhiello: “Francesco Rucco marca le distanze dai 12 membri delle tre liste autori dei post razzisti”; sommario: “La coalizione: «Fuori chi ci imbarazza. Scaveremo nel centrosinistra» Anche il leader difende il progetto civico di lista: «Macchina del fango».
Nell’articolo a firma Roberta Labruna –
aggiunge Cegalin – tra l’altro si legge: “Quest’ultimo passaggio si riferisce al dossier recapitato a questo giornale che, puntualmente verificato, contiene del materiale “caldo” postato negli anni su Facebook da 12 candidati, 3 della lista Rucco, 1 di FdI e 8 di Vicenza ai Vicentini: Leonardo De Marzo, Mauro Venzo, Nicolò Naclerio, Stefano Boschiero, Alessandro Cegalin, Massimiliano Piva, Marco Crippa, Samuel Guiotto, Mauro Casalin, Nicola Zambon, Turi Sambo e Marco Bortolan.”

Il nome del sottoscritto, Alessandro Cegalin, come si è visto, compare nuovamente, sempre giornalisticamente inserito e categorizzato nel gruppo fascista, nazista, omofobo, razzista e indegno di rappresentare la comunità.
Purtroppo la campagna diffamatoria non si ferma – lamenta ancora Cegalin – pur in assenza di novità alcuna da un punto di vista di cronaca.
E così, il Giornale di Vicenza, Lunedì 21 maggio 2018, pagina 11, articolo di Roberta Labruna, 5 colonne con foto, titola: “Quegli inni nazifascisti gettano fango sulla città”; occhiello: “IL CASO Pioggia di condanne dal centrosinistra per i post in rete di 12 candidati del centrodestra”; sommario: “Il consigliere Pupillo: «La responsabilità politica è in capo a Rucco»” Interviene Martina, segretario del Pd «Derive estremiste da respingere».”.; Nella stessa pagina compare contornato a titolo: “La vicenda SVASTICHE IN RETE”, “Inni al duce e a Hitler, svastiche, croci celtiche, insulti a omosessuali ed ebrei. Sono i contenuti di alcuni post (ora rimossi) che nel corso degli ultimi anni alcuni candidati – 3 dalla liste Rucco sindaco, 8 di Vicenza ai Vicentini e 1 di Fratelli d’Italia – hanno pubblicato su Facebook. La notizia data sabato dal Giornale di Vicenza è stata ripresa dalla stampa nazionale”.
Il Giornale di Vicenza, Martedì 22 maggio 2018, pagina 15, a firma Roberta Labruna, a tutta pagina, taglio alto 7 colonne con foto, titolo 4 colonne: “Mi piace” ai post fascisti Rucco: «Non gli ho fatti io»”; occhiello: “IL CASO La bufera che ha già travolto 12 nomi di tre liste si allarga al leader del centrodestra”; sommario: “Coalizione civica punta il dito contro alcuni contenuti tra i quali un like che accompagna il saluto romano. Il candidato ora annuncia denunce”.
Il Giornale di Vicenza non si ferma
– lamenta il legale per conto del querelante –, Mercoledì 23 maggio 2018, pagina 18, taglio basso, di Roberta Labruna, 4 colonne con foto, titolo: «Like fascisti, Rucco ora che fa? Ai suoi ha chiesto le dimissioni», sommario: «Applicherà a se stesso la regola proposta per i candidati estremisti?»; occhiello: “L’ATTACCO DEL CENTROSINISTRA. Le liste pro Dalla Rosa alzano il tiro dopo i messaggi in rete”.

Il Giornale di Vicenza insiste – prosegue il candidato non eletto di Vicenza ai Vicentini –, Giovedì 24 maggio 2018, pagina 12, taglio basso, di Roberta Labruna, 7 colonne con foto, titolo: “I post fascisti non sono ragazzate”; sommario: “Scalfarotto : «Grave minimizzare» Moretti «Rucco un passo indietro»”; occhiello: “IL CASO .La condanna del sottosegretario allo Sviluppo economico del governo uscente e la consigliera regionale dem”.

La macchina del fango non si ferma – insiste il giovane imprenditore e politico –, il Giornale di Vicenza, Venerdì 25 maggio 2018, pagina 19, taglio alto a tutta pagina 7 colonne con foto, titolo: “Inni fascisti Rucco allontani i responsabili»; sommario: “Variati: «Ferita la città, provo un dolore profondo Non basta chiedere ai candidati di dimettersi se eletti: devono uscire fin d’ora dalla campagna», occhiello: “L’INTERVISTA. Il sindaco ha atteso alcuni giorni prima di esprimersi sui post estremisti di 12 aspiranti consiglieri del centrodestra e sui “mi piace” dal profilo del candidato”. Nella stessa pagina contornato: “La Vicenda ESTREMISMO Inni filofascisti o filonazisti, affermazioni omofobe o antisemite, svastiche e croci celtiche. Sono una dozzina i candidati consiglieri, distribuiti in tre delle liste che sostengono la corsa a sindaco del candidato di centrodestra Francesco Rucco, che hanno postato o condiviso sui social contenuti di questo tenore: 8 di Vicenza ai Vicentini, 3 della lista Rucco sindaco e uno della lista di Fratelli d’Italia. I post risalgono per lo più agli anni scorsi e negli ultimi tempi molti sono stati rimossi in una operazione di pulizia dei profili social.

Due giorni dopo che Il Giornale di Vicenza ha dato notizia di questi post – si legge ancora nella denuncia querela –, Coalizione civica, una delle liste a sostegno di Otello Dalla Rosa, ha diffuso un comunicato in cui ha messo insieme altre foto relative ad alcuni post filofascisti sotto ai quali compare il “mi piace” del candidato sindaco Rucco. Il quale, rispetto al like che compare sotto al «triplo sieg heil» vergato da Turi Sambo, di Vicenza ai vicentini, ha dichiarato di non averlo messo lui, annunciando denuncia alla polizia postale”(All.9).
Il Giornale di Vicenza, Sabato 26 maggio 2018
– sottolinea l’atto – dedica tutta la pagina 20 alla vicenda con articoli a firma Gian Marco Mancassola, 7 colonne e di Roberta Labruna, 5 colonne. A tutta pagina, con foto, titolo: «Inni neri? I guai sono sicurezza e strade»; sommario: “Hüllweck: «Sono solo sciocchezze fatte in passato Il centrosinistra ha paura perché Rucco è serio Riprenderà la mia gestione e potrà fare meglio»; occhiello: “L’INTERVISTA . L’ex sindaco scende in campo dopo la presa di posizione di Variati contro la dozzina di candidati consiglieri che hanno postato foto e messaggi filofascisti.”
L’articolo di Roberta Labruna, taglio basso, 5 colonne con foto titolo: “Fiano: «Sbagliato restare zitti»”, sommario: “Il deputato Pd: «Certi politici zitti per qualche voto in più: è grave»”; occhiello: “IN CITTA’ Ieri il primo firmatario della legge sull’apologia ha visitato il giardino della memoria”.
Mercoledì 30 maggio 2018, pagina 17, taglio basso, 7 colonne con foto, il quotidiano berico, torna ancora sulla vicenda con un articolo non firmato titolo «L’estremista Boschiero nelle tribune politiche»; sommario “Le liste pro-Dalla Rosa: «Rucco si è rimangiato la presa di distanza dopo i posti filo-fascisti”; occhiello: “LA POLEMICA . Il centrosinistra sull’esponente di Vicenza ai vicentini”(All.11).
Questa la ricostruzione della campagna di stampa che ha infangato il sottoscritto procurandogli gravi danni alla vita di relazione e alla salute per il solo fatto di aver postato ad un amico in Facebook “Tanti auguri 88” qualche anno fa.

Qui termina l’estratto della “rassegna stampa” del dossier anti like consegnata a chi indagherà sulla vicenda in base alle conclusioni, da verificare, e delle conseguenti richieste di Alessandro Cegalin: 

«Come emergerà dalla lettura dei vari articoli solo questo fatto ha precipitato il sottoscritto nella vicenda. Tutto nasce da un misterioso dossier recapitato al Giornale di Vicenza da ignoti in periodo elettorale.

A rendere ancora più evidente la gravità della condotte denunciate si evidenzia non solo la ripetitività degli articoli di stampa, ma anche il fatto che la cronaca si riferisca a circostanze risalenti nel tempo di almeno 4/5 anni.
Lo scrivente è stato proditoriamente inserito all’interno di quei 12 candidati presentati come impresentabili che il quotidiano vicentino con il beneplacito dell’editore ha evidentemente diffamato, molestato, stalkerizzato.
La macchina del fango ordita dal Giornale di Vicenza ha fatto sì che per l’opinione pubblica, gli amici, i famigliari, i conoscenti, per i dipendenti dell’azienda di famiglia, per i clienti della stessa e per i possibili elettori, il sottoscritto fosse diventato indegno alla rappresentanza in Consiglio comunale, fascista, nazista, omofobo.
La storia personale e politica del sottoscritto, che il Giornale di Vicenza avrebbe dovuto considerare e conoscere è lontana anni luce dalle idee nazionaliste, razziste e reazionarie di parte della destra radicale italiana.
Leggendo anche ciò che viene pubblicato nel 
proprio profilo Facebook appare evidente che se risalta una qualche idea politica essa è quella di autonomia e federalismo. Il querelante è iscritto dal 2015 al partito “Indipendenza Noi Veneto” e con la lista, “Indipendenza Noi Veneto per Zaia” si presentava alle elezioni regionali del 2015.
Oltre ai naturali, logici e inconfutabili danni personali e di reputazione le accuse del quotidiano, hanno evidente inciso sulla campagna elettorale e comportato una perdita di voti al sottoscritto. Tale conseguenza non solo per le infamanti accuse del quotidiano locale, ma anche perché il candidato, ora Sindaco, avv. Francesco Rucco, pubblicamente aveva chiesto ai candidati coinvolti le dimissioni qualora eletti. Per l’effetto molti di coloro che erano intenzionati a dare il voto al sottoscritto indirizzavano ad altri la loro preferenza ritenendo sprecato il voto ad Alessandro Cegalin.
La reiterata e massiccia campagna di stampa sopra descritta provocava al sottoscritto una forte depressione e lo costringeva ad alterare le proprie abitudini di vita.
Ignora colpevolmente –
sottolinea qui Cegalin – il Giornale di Vicenza che il numero 88 non ha l’uso univoco di ricordare il saluto nazista quale acronimo di Heil Hitler, ma è anche l’abbreviazione di “baci & abbracci” Love and Kisses. Tale uso comune si ritrova ed è convenzionalmente conosciuto in codice morse, nel mondo dei radioamatori e nell’uso nei messaggi corti (SMS) come augurio di buona fortuna e chiusura di stile. Tale significato risulta appropriato, logico e confacente quale chiusura di un messaggio di buon compleanno. In ogni caso anche se 88 fosse interpretabile quale richiamo al saluto nazista tale uso ben poteva essere ironico, canzonatorio o ricordare alcuni atteggiamenti del destinatario; certo di per sé non può giustificare, nemmeno con il diritto di cronaca, quanto il sottoscritto ha dovuto subire ad opera del Giornale di Vicenza…

Da qui la richiesta alla Procura della Repubblica di Vicenza di “procedere per i reati sopra descritti o per i reati meglio visti dalla SV Ill.ma nei confronti delle persone sopra indicate o di quelle che emergeranno nel corso delle indagini…“, l’opposizione alla “definizione del procedimento con decreto penale di condanna” e la riserva “di quantificare i danni subiti a causa dei fatti di cui in narrativa.

Rimaniamo in attesa dei passi successivi da chi è accusato dal candidato poi bocciato e anche noi metteremmo un 88 (baci e abbracci, sia ben chiaro) su un giudizio giuridico, oltre che deontologico, su una campagna di stampa che all’epoca anche noi, che di certo fascisti non siamo, interpretammo, mediaticamente, come una a dir poco eccessiva “distrazione di massa” dai temi veri delle amministrative e, dal punto di vista politico, come un segno di debolezza di chi, nel centrosinistra, la cavalcò come evidente ultimo cavallo con gli esiti poi ben noti. 

P.S. Non ci dispiacerebbe, e sarebbe utile a tutta Vicenza, se poi nelle mole delle indagini si facesse chiarezza sul dossier.

Anche se in questo caso questo termine fa sorridere noi abituati a ben altri incartamenti su bel altri, quelli sì, potenti impresentabili…