“Mi chiedo come sia possibile che infermieri e medici ucraini che scappano dal drammatico quadro di un territorio in guerra possano esercitare la loro professione senza nessuna integrazione di idoneità dei propri requisiti, come dovrebbe avvenire per i professionisti della sanità provenienti da Paesi extra UE”.
Così il consigliere regionale del Gruppo misto Stefano Valdegamberi che evidenzia: “C’è persino la deroga al pur minimo riconoscimento della lingua italiana da parte di chi usa abitualmente farmaci diversi dai nostri.
Senza poi entrare nel merito su come molti di questi titoli sono acquisiti da infermieri e medici ucraini: sulla base di molte testimonianze, in modo molto discutibile. Giusto aiutare e inserire questi lavoratori: fu una mia proposta quelle di prevedere questa possibilità a favore dei profughi, ma qui c’è in gioco la salute dei cittadini e dei nostri anziani in particolare.
Mi auguro, infine – conclude Valdegamberi -, che abbiano seguito tutto l’iter vaccinale per non trovarci i nostri bravi sanitari a casa e persone improvvisate in corsia. Un minimo di cautela andrebbe adottata. Come sempre ligi con gli italiani e permissivi con tutti gli altri. Ma con la salute non si può scherzare”.