Una prima rapida occhiata a una pagina del quotidiano locale, il Giornale di Vicenza, e mi fermo su di un titolo che, oltre a incuriosirmi, mi mette un pochino in confusione. Cito “Assessori autotassati? Una sconfitta culturale“. Da qualche tempo ci siamo abituati a sentire e a definire qualsiasi cosa “culturale”, ma che una autotassazione fosse addirittura una sconfitta della cultura non mi era mai capitato di sentirlo e, in questo caso, di leggerlo. Leggo l’articolo e applaudo alla furbizia dell’autore, del titolo si intende. Il contenuto spiega meglio come stia la faccenda. Un assessore, a fronte di una carenza in un determinato settore di spesa, e conscio che il problema non è solo delicato ma è particolarmente sentito dalla popolazione, propone che ogni assessorato ceda una parte del proprio budget a un fondo per la sicurezza. Non la sua personale, sia chiaro, ma della cittadinanza in toto. L’assessore per chiarezza è Silvio Giovine che è delegato al commercio e attività produttive, politiche del lavoro, agricoltura, turismo, valorizzazione del centro storico e coordinamento di eventi e manifestazioni. Tutte deleghe che lo mettono quotidianamente a contato con la gente. E la gente parla e da anni chiede, alle passate amministrazioni ed oggi alla attuale, una maggior sicurezza su tutti i fronti. Due simpatici consiglieri comunali – eletti nella lista “Da adesso in poi“, nome un pochino misterioso e enigmatico per una lista civica, sempre in nome della chiarezza, si chiamano Sandro Pupillo e Giovanni Selmo – dichiarano “Destinare quote di ogni assessorato alla gestione della sicurezza è una forma di ingiustizia”. Ora le parole che mi incuriosiscono sono due: cultura e ingiustizia. Torno per un attimo al nome della lista di questi signori e mi domando se potrebbe essere possibile che dichiarare, in campagna elettorale, tramite la propria lista un deciso “da adesso in poi” potrebbe essere inteso che quel che è stato è stato e in futuro poi si vedrà. Per chi è stato nella maggioranza della passata amministrazione trovarsi in questa legislatura alla opposizione potrebbe essere un sollievo per poter dire che quel che non si è fatto nel passato dimentichiamocelo. Parrebbe proprio una furbata. Ma i nostri simpatici consiglieri comunali ora di opposizione infilano una lunga serie di ipotesi alternative per le quali destinare mezzi e quindi volontà nel fare. Eccone alcune “… perché non autotassarsi per incentivare il rifacimento delle scuole, le iniziative e i restauri della Bertoliana, la presenza di mediatori culturali negli uffici, la partecipazione e gli spazi nei quartieri, i posti di lavoro per i giovani magari nell’arte e nel turismo cittadino?“. Il resto lo risparmio ai lettori perché è raro trovare una così forte esibizione di demagogia che se uno proprio ne sente il bisogno è bene che se lo legga direttamente sul quotidiano locale. Non mi resta che chiedermi, e non è la prima volta, perché almeno uno dei due consiglieri comunali di opposizione, componente di notevole peso della ex maggioranza, non ha dato ai suoi amici assessori al tempo, che secondo quanto oggi afferma appare che di tutto questo ben poco abbiano fatto, l’indicazione operativa che oggi così generosamente (termine già apparso all’inizio e che qui registro come parola che mi incuriosisce) mette a disposizione dei suoi avversari politici?
Cultura, ingiustizia, generosità. La parola cultura, come già detto, è talmente usata, e abusata, che può starci ovunque la si voglia mettere, anche nel tirarsi le palle di neve. Per dare un significato alla presenza della parola generosità, mi limito a dire, come già accennato, che sono i consiglieri di “Da adesso in poi” che dimostrano la loro grande generosità verso tutti noi. Per il termine “ingiustizia” legato a una proposta dettata, a mio modesto avviso, da buon senso, vista la situazione di degrado e di timore collettivo che ci è stata regalata dalla passata amministrazione, non riesco proprio a trovare un minimo di connessione. Prima o poi me ne farò una ragione.