![A Vinitaly un profluvio di calici di vino rosso e bianco A Vinitaly un profluvio di calici di vino rosso e bianco](https://www.vipiu.it/wp-content/uploads/2021/10/A-Vinitaly-un-profluvio-di-calici-di-vino-rosso-e-bianco-696x298.jpeg)
Ha appena chiuso il sipario la 54° edizione della Vinitaly. Protagonista del tappeto rosso il nettare di Bacco italiano che nel 2021 ha raggiunto un record con 7 miliardi di esportazione. Un successo, sinonimo di ripresa, smorzata dalle dichiarazioni del titolare delle Politiche Agricole, Carlo Patuanelli, presente alla prestigiosa kermesse enologica internazionale, tenutasi a Verona dal 10 al 13 aprile.
![Il ministro Stefano Patuanelli](https://www.vipiu.it/wp-content/uploads/2021/02/stefano_patuanelli_ministro-300x164.jpg)
Secondo il ministro dell’Agricoltura «il vino nazionale ha resistito alla Pandemia con brillanti risultati di vendita, ma ora si confronta con una nuova crisi economica internazionale, causata dalla guerra Russo – Ucraina, che aggiunge alle imprese nuovi extra – costi di produzione. Oneri aggiuntivi sopraggiunti, determinati dagli aumenti nel settore delle fonti energetiche, anche del 100%».
Considerazioni che delineano una vera e propria emergenza, quella dell’aumento dei costi di produzione, che vede il comparto vitivinicolo particolarmente coinvolto per gli straordinari aumenti di materie prime funzionali alla propria produzione, quali vetro e carta, beni peraltro “onnienergivori“.
In questa prospettiva i 15 miliardi stanziati in generale dal Governo per la problematica energetica, a cui dopo Pasqua se ne aggiungeranno altri 5, potranno rallentare le difficoltà economico finanziare del comparto. Ma rimangono soluzioni palliative, misure tampone, che contribuiranno a implementare un mix di luci e ombre nei futuri piani aziendali delle imprese vitivinicole italiane. Un panorama grigio scuro che non stimola “ottimismo”.
Infatti «già molte aziende stanno producendo di meno poiché non riescono a contrastare il surplus del costo energetico – aggiunge Patuanelli – e non essendoci prospettive a breve di pace, l’Italia rischia di trovarsi nel fondo del vortice della crisi, asimmetrica, per la nostra dipendenza energetica».
Quindi una crisi strutturale è all’orizzonte per il vino made in Italy, che secondo il ministro dell’Agricoltura non trova alleati in l’Unione Europea, per mancanza di unità e di visione degli stessi appartenenti.
In questo quadro fosco e poco invitante l’esponente del Governo, sempre a Vinitaly, indica plausibile il ripensamento della produzione in un’ottica di processi economici sostenibili, che riorganizzino e razionalizzino le modalità produttive.
Sostenibilità dunque, è forse unica reale strategia per affrontare un futuro di precarietà produttiva, sperando di non dover ricorrere a quel famoso adagio tutto “enologico”: «una botte di vino può realizzare più miracoli che una chiesa piena di santi».