«La Fabbrica del Rinascimento» e Palazzo Thiene sono due temi cari alla amministrazione Rucco. Oggi l’assessore alla Cultura Simona Siotto ha dato notizia di due aggiornamenti non marginali che li riguardano. “Dobbiamo dare risposte – ha detto – alle contestazioni della minoranza sulla mostra in Basilica e lo facciamo dimostrando che stiamo facendo qualcosa. E cioè uno stanziamento di 50.000 euro per finanziare il costo dei servizi logistici necessari al prolungamento della apertura fino all’8 maggio. Preciso che non si tratta di un ulteriore contributo che si aggiunge ai 350.000 euro stanziati inizialmente.”
Siotto ha ricordato che “la mostra è già arrivata a 30.000 presenze e contiamo, tenendola aperta nei prossimi ponti, di arrivare a un risultato importante. Non è corretto confrontare gli accessi a «La Fabbrica del Rinascimento» con quelli alle mostre di Goldin, il mondo è cambiato negli ultimi due anni, sono pochissime le rassegne aperte in Italia e Vicenza è diventata un modello organizzativo.”
Archiviato il tema Mostra sul Palladio l’assessore si è soffermata su quello di Palazzo Thiene. “Abbiamo avviato – ha spiegato – il progetto di un nuovo allestimento che permetterà di trasformarlo in un vero museo. Come? Con la restituzione delle opere alla cittadinanza e agli appassionati d’arte, rendendole fruibili com’era prima della chiusura della Banca Popolare di Vicenza”.
Il contesto è piuttosto complicato. Le opere, già di proprietà della banca, ora fanno parte dei beni a disposizione della Liquidazione Coatta Amministrativa, dell’istituto che può venderli all’incanto. Ma la Sovrintendenza ha confermato il già fissato vincolo di pertinenza all’edificio che ne vieta il trasferimento, scoraggiandone di fatto l’acquisto (nello scorso autunno è andata deserta la prima asta). I liquidatori hanno fatto ricorso amministrativo chiedendo la cancellazione del vincolo e si è in attesa della sentenza.
Il Comune, che ha acquistato Palazzo Thiene con la volontà di trasformarlo in sede museale, intanto ha deciso, d'accordo con la BPVi in LCA, di estrarre dal caveau dipinti, quadri e la collezione di monete antiche (fra cui quella di “oselle” della Serenissima, che è unica al mondo) e di ricollocarle nelle sale che prima ospitavano le strutture della banca.
“Entro l’anno e forse anche prima – ha annunciato Mauro Passarin, direttore dei Musei Civici – saranno sgomberati parte degli ex-uffici e la camera blindata. Abbiamo preso due settimane fa quest’impegno con la Liquidazione. È stato un percorso difficoltoso per la compresenza di due proprietà di un unico patrimonio, ma siamo riusciti a definire un accordo (che farà giurisprudenza) su tutti gli aspetti, dal pagamento del riscaldamento e del premio assicurativo fino alla suddivisione della biglietteria.”
Le vetrine in cui continueranno a essere esposte le “oselle” saranno trasferite nella sala in cui sono attualmente esposte le opere di Quagliato. Le opere che non sono più visibili, come quelle contenute negli uffici di direzione e rappresentanza, finiranno invece imballate e conservate in un magazzino da predisporre specificamente.
“Siamo anche tenuti – ha aggiunto Passarin – a svuotare il caveau perché i liquidatori della banca hanno bisogno della disponibilità di opere e collezioni ai fini della loro vendibilità.”
Dopo «La Fabbrica del Rinascimento» e Palazzo Thiene, l'assessore Siotto ha anticipato un altro progetto culturale della amministrazione. "Le sculture di Nereo Quagliato - ha spiegato - che erano di proprietà della Popolare, sono state acquistate da un mecenate vicentino, Armando Peressoni, e da lui messe a disposizione del Comune, che se n’è accollato la custodia. A seguito della nuova disponibilità di queste ultime, la Giunta ha assunto una delibera-quadro per allestire, in occasione del decimo anniversario della morte dell’autore, una sua mostra che comprende sia le otto sculture da lui donate al Comune che quelle donate alla Banca e riacquistate da Peressoni e la “figura femminile” che è a Palazzo Chiericati."
“Saranno esposte una quarantina di opere in Sala Zavatteri – ha precisato Passarin – che poi troveranno posto definitivamente a Palazzo Thiene.”
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