Un arrivo in salita. È quello che dovrà affrontare il Vicenza nelle ultime quattro partite di questo infausto campionato, con il duplice obbiettivo di aggiungere le due gare dei play out e di salvarsi attraverso il non semplice doppio confronto dello spareggio.
La squadra biancorossa ha ora un nuovo allenatore, il terzo della stagione. Francesco Baldini ha un mandato che è, a tutti gli effetti, una mission impossible. Deve provare a portare il Lane almeno in quartultima posizione recuperando quattro punti sul Cosenza (che è a + 3 ma è avvantaggiato dagli scontri diretti) e mantenendo invariato il distacco dall’Alessandria (oggi a + 4) per evitare che saltino i play out a causa di un gap superiore a quella soglia.
Il nuovo tecnico del Vicenza ha detto che, nei pochi giorni a disposizione prima della partita di Pasquetta con il Perugia, cercherà di instillare nei giocatori poche ma chiare idee. Con alcuni parlerà individualmente e per tutti sarà il lavoro sul campo a concretizzare il proposito.
In termini tecnico-tattici Baldini non si affida a moduli fissi o quanto meno preferenziali. Il suo credo è la aggressività praticata attraverso la occupazione degli spazi. Tradotto dal gergo calcistico significa: non dobbiamo mollare un centimetro di campo. “Dev’esserci la voglia di andare forte non solo fisicamente ma anche mentalmente – ha spiegato Baldini -, di conquistare e recuperare la palla, di non far fare la partita agli altri”.
Se ci riuscirà, sarà una bella metamorfosi per una squadra che, quest’anno, aggressiva non lo è mai stata se non nelle conferenze stampa prepartita. E non lo è stata sia per le caratteristiche dei giocatori sia perché, in ogni frangente, Brocchi ha cercato il gioco, la manovra.
Vedremo i biancorossi marcare a uomo? Vedremo contrasti al limite dell’ammonizione? Vedremo pressing nella metà campo avversaria? Sì, è questo che dovremo aspettarci contro Perugia, Como, Lecce e, a maggior ragione, contro l’Alessandria. Sarebbe la concretizzazione di quel “leoni in campo” che i tifosi chiedono da tempo e vedono come arma letale da sfoderare per salvarsi.
Finora non è che siano proprio stati corrisposti dalla squadra, grata senz’altro per il sostegno incondizionato e aprioristico della Curva e non solo, ma poco contagiata dalla spinta degli spalti. E quasi sempre costretta, a fine gara, all’umiliante confronto vis-à-vis con la Sud, agli insulti della stessa e agli inviti a cambiar lavoro (se andava bene).
Il lavoro di Baldini è agevolato dal graduale rientro dei lungodegenti. Avrà quindi sia la possibilità di utilizzare un più ampio turn over che di scegliere i cambi nel corso della partita in un equipaggio al completo. Oltre a cambiare l’atteggiamento della squadra dovrà necessariamente annullare due deficit ormai cronicizzati e cioè quello dei gol segnati e quello degli errori in difesa.
Il Lane ha fatto appena un gol nelle ultime sei partite (oltre a due autoreti omaggiate da Ascoli e Crotone) ed è impensabile sperare di salvarsi con una media di un centro ogni 540 minuti. In cinque di queste gare, poi, l’attacco biancorosso ha fatto clean sheet, pagina bianca. Per vincere, si sa, bisogna fare un gol più degli avversari e, non segnando mai, non si vince di sicuro.
Sul lato difensivo le statistiche del Vicenza, nello stesso periodo considerato, parlano di nove reti incassate. Vero che quattro (e cioè quasi metà) sono state il regalino della trasferta a Monza, ma resta che una sola volta (con l’Ascoli) la porta biancorossa non è stata violata. Il Lane è la squadra con il maggior numero di gol incassati dopo il Pordenone e c’è una spiegazione tecnica per questo dato negativo: errori individuali dei difensori ed errori di reparto. Forse recuperando Lukaku e Cappelletti qualcosa potrebbe migliorare.
Un arrivo in salita per Vicenza, dicevamo. Il primo avversario che riserva il calendario al Lane è il Perugia, che ha ancora qualche speranza di agganciare i play off e, quindi, si può contare fino a un certo punto su una sua benevolenza. Al contrario, invece, il Como è senza obbiettivi essendo già salvo e viene da due sconfitte consecutive. Qui i tre punti devono saltar fuori per forza. Il Lecce è la capolista e forse non avrà ancora la matematica promozione in tasca. Anche se si giocherà al Menti, la sfida sembra piuttosto complicata. Sull’ultima partita in casa dell’Alessandria si può solo fare tutti gli scongiuri del caso. Potrebbe essere davvero uno spareggio-salvezza.