Androgino tra i bambini-alabardieri nelle processioni della settimana santa a Badolato di Calabria: ancora è mistero fitto sul perché

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Badolato Badolato: la fìgura dell'androgino tra gli alabardieri-bambini - Foto Tito Lanciano
Badolato Badolato: la fìgura dell'androgino tra gli alabardieri-bambini - Foto Tito Lanciano

Ne aveva parlato e scritto per primo nella primavera del 1987 l’allora bibliotecario comunale di Badolato di Calabria, Domenico Lanciano, quello che qualche mese prima aveva suscitato grande clamore pure a livelli internazionali con la vicenda del “paese in vendita” … un S.O.S. per salvare il borgo dallo spopolamento e dal degrado. Si tratta del mistero dei bambini-alabardieri presenti nei riti religiosi della Settimana Santa.

Non ci sarebbe nulla di strano se non fosse che questi bambini vestono sottane e calze da donna, mutandoni della nonna, nastri colorati, pizzi e merletti, guanti e fazzolettino al polso come i cicisbei settecenteschi e, sull’elmo, invece delle più virili e rudi “scope” hanno fiori colorati.

Però di militare hanno la corazza, elmo, alabarda e il mantello. Insomma metà donne e metà soldati. E nessuno, tra gli anziani delle tre Congreghe che sappia ancora spiegare questa strana figura che, nelle processioni dolorose, accompagnano le statue del Cristo morto o della Madonna Addolorata oppure vanno per conto loro, sorvegliati da un soldato romano vero e proprio, virile e aggressivo, bene armato ed irsuto.

Qualche anno fa, ci ha provato ad interpretare tale figura di androgino alabardiere il filosofo Salvatore Mongiardo, scolarca della Nuova Scuola Pitagorica di Crotone, il quale li fa assomigliare ai giannizzeri turchi, senza peraltro convincere molto. C’è stato poi chi li fa rassomigliare ad una sorta di “anima” psicanalitica nata qualche secolo prima di Sigmund Freud, fatta di maschio e di femmina come in ciascuno di noi.

Un dualismo strutturale della personalità e della natura umana: buona e cattiva, dolce e amara, maschio e femmina, ecc. mentre non si capisce ancora quale sia il ruolo di questi bambini-alabardieri in una processione religiosa così impegnativa.

Infatti, il percorso della Via Crucis vivente, ad esempio, è di ben 12 km per strade, stradine e viottoli pure di campagna fatti in saliscendi e per la durata di ben otto ore dalle 13 fino a tarda sera (a volte fino alle 21 o addirittura alle 22). Il ruolo è riservato unicamente a bambini imberbi, non ancora adolescenti … anche se ultimamente si sono infiltrati, inopportunamente, alcuni adolescenti con barba e peli lungi alle gambe (adesso nascosti da lunghe calze).

Il fatto che debbano essere bambini innocenti (o voci bianche) starebbe ad indicare l’anima candida abbinata però ad un’arma di offesa o di difesa come l’alabarda, l’elmo e la corazza. Una inspiegabile ambiguità che si segnala come possibile “androgino”. Altrimenti cos’è?…

Quindi, mistero ancora irrisolto a Badolato di Calabria quello dei bambini-alabardieri forse simbolo dell’androginia oppure dell’ambiguità o doppiezza umana. Molti si augurano che intervengano le autorità scientifiche e religiose, specie se universitarie, a cercare di sbrogliare l’intricata matassa di un fenomeno socio-culturale che caratterizza – si suppone – soltanto le tradizioni badolatesi della Settimana Santa. –

Fonte Università delle generazioni