Energia veneto: Lorenzoni (gruppo misto), “Nuove fonti, ecco la soluzione di Zaia: ulteriori sovrastrutture produttrici di burocrazia”

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Arturo Lorenzoni (portavoce opposizione nel consiglio regionale del Veneto)
Arturo Lorenzoni, portavoce opposizione nel consiglio regionale del Veneto

“Nei giorni scorsi la Giunta ha attivato un processo di organizzazione e avvio lavori per la definizione ed il monitoraggio delle politiche energetiche regionali ed avvio delle attività di redazione del nuovo piano energetico regionale. Che, tradotto, significa il nulla”. Arturo Lorenzoni, consigliere regionale di opposizione e docente di Economia dell’energia all’Università di Padova, critica apertamente quelle che definisce “le nuove sovrastrutture volute da Zaia, creatrici di burocrazia”: E lancia un manifesto per addivenire a vere scelte strategiche finalizzate alla produzione di energia da fonti pulite e sicure. “Il presidente Zaia – spiega Lorenzoni – costituisce una cabina di regia e un ufficio di piano, coinvolgendo dieci direzioni regionali in tre gruppi di lavoro. Dietro specifico invito, a tali gruppi potranno partecipare, per presentare proposte, mozioni, pareri e/o con funzione consultiva, i referenti di eventuali altre strutture regionali interessate. Oltre ai soggetti esterni all’amministrazione regionale”. “Ma davvero si ritiene che questo sia il modo più efficace per dare valide risposte alla tragica crisi energetica che stiamo vivendo? Dov’è l’interventismo veneto del presidente in giubbotto e caschetto? “, si domanda il consigliere “Quando pensa che un impianto così ideato organizzativo potrà dare esiti utili?- prosegue Lorenzoni – Si tratta di una delibera gattopardesca: cambia tutto perché non muti alcunché. Per il presidente s- afferma il professore padovano – sarebbe stato sufficiente dare mandato a tre direttori d’area, con tutto il supporto da loro ritenuto necessario, per centrare quattro obiettivi strategici: 1) Individuare in trenta giorni le azioni da compiere per aumentare l’indipendenza energetica e ridurre l’intensità carbonica del settore; 2) coinvolgere i Comuni per valutare le aree maggiormente idonee dove sviluppare il fotovoltaico per la fornitura alle utenze pubbliche; 3) Creare quindi le condizioni perché si costituiscano entro la fine dell’anno, tra soggetti pubblici e privati, le comunità energetiche, soprattutto per la fornitura di energia ai soggetti più esposti agli alti prezzi dell’energia; 4) da ultimo, avviare al più presto una filiera del biometano con il coinvolgimento delle imprese industriali, agricole e di servizio del Veneto”. “È evidente che il presidente non ha idee chiare sulla direzione in cui è necessario andare per dare esecuzione alle politiche nazionali ed europee – conclude Lorenzoni – Dopo lunghi mesi di ritardo, anche di fronte alla minaccia provocata dalla drammatica guerra in Ucraina, la Giunta regionale ha approvato un provvedimento inutile e farraginoso”.