25 aprile: Liberazione e San Marco. Zaia: “imparato valore libertà nel 1945, nostri genitori ricostruirono rifiutando idea di nuove guerre”

812
25 aprile, Festa della Liberazione e San Marco
25 aprile, Festa della Liberazione e San Marco

“Settantasette anni fa, con la Liberazione, per il nostro Paese si concludeva il secondo conflitto mondiale e con la democrazia ritrovata si è cementato quello spirito di rinascita alla base di uno sviluppo senza precedenti per la nostra regione che dalla rovina e dalla miseria passò ad essere uno dei principali poli produttivi a livello internazionale”, queste le considerazioni contenute nel messaggio che il Presidente della Regione dedica ai Veneti in occasione del 25 aprile, Festa della Liberazione.

“La certezza di aver imparato dalla storia il valore della libertà – prosegue Zaia -, diede ai nostri genitori la volontà di ricostruire la nuova società rifiutando la guerra e con la volontà che quella conclusa nel 1945 sarebbe stata l’ultima a sconvolgere l’Europa. Oggi, invece, stiamo purtroppo assistendo, in Ucraina, ancora a una nuova guerra. Un’aggressione internazionale che, al di là degli intenti geopolitici, ha prodotto nuove e numerose vittime tra civili e bambini, decine di migliaia di profughi, distruzione di intere città e paesi. Una scia di sangue che, con forza, chiediamo sia al più presto interrotta”.

“Il 25 aprile per noi è anche la festa del Patrono delle Genti Venete, San Marco, il cui leone alato è ancora simbolo universale sulla nostra bandiera – prosegue il Governatore -. L’unica bandiera al mondo su cui figura la parola ‘Pace’. È la sintesi di un’antica tradizione di libertà, solidarietà, altruismo e cosmopolitismo da sempre propria della nostra gente.  Per questo, la data della Liberazione rappresenta doppiamente una ricorrenza di identità storica, nel rispetto della libertà di tutti e delle regole, nel rifiuto di ogni violenza e prevaricazione, nei valori della civile convivenza, nell’assunzione autonoma delle proprie responsabilità come contributo alla vita e alla crescita collettiva”.

“Il nostro Veneto settantasette anni fa faceva i conti con il dramma della guerra e il prezzo che richiede la libertà – aggiunge il Presidente -. Un prezzo pagato con molte vite e tante sofferenze che, oggi, ci impone di non dimenticare come nella nostra regione sia stata scritta una delle pagine più importanti della Guerra di Liberazione. Una Resistenza non solo combattuta con le armi, come ci ricordano i tanti gonfaloni dei nostri comuni decorati al valore, ma anche vissuta silenziosamente come quella di tante donne che sopportarono rischi e fatiche, reagendo alle privazioni, alla fame e alle razzie. O quella di coloro che a rischio della loro vita hanno reagito alle persecuzioni razziali come gli oltre cinquanta veneti riconosciuti Giusti tra le Nazioni da Israele. Nel clima di odio più profondo che il nostro paese ha conosciuto c’è stato, infatti, chi non ha perso i sentimenti di umanità. Quegli stessi sentimenti che, in altra situazione, oggi condividiamo accogliendo nella nostra regione oltre 14.000 persone in fuga dalla violenza della crisi ucraina e che hanno sostenuto migliaia di cittadini, operatori e volontari nel corso della grave pandemia da cui stiamo faticosamente uscendo”.

“Liberazione e San Marco – conclude il Presidente del Veneto – sono le celebrazioni che in un’unica giornata riuniscono quei principi come pace, lavoro, democrazia, solidarietà che sono da sempre nel DNA della nostra terra. Un’occasione per vivere la ricorrenza nel significato che rappresenta, oltre ogni divisione ideologica”.