In attesa delle prossima udienza del 16 maggio è Luigi Ugone, presidente di Noi che Credevamo nella BPVi, a commentate l’inizio, il 22 aprile, del processo d’appello (qui tutte le udienze, ndr) nell’aula bunker di Mestre in cui pure era partito per poi tornate a Vicenza quello di primo grado (117 udienze da noi seguite e il libro/documento “Banca Popolare di Vicenza. La cronaca del processo” sempre da noi pubblicato).
Il 19 marzo 2021 è stata pronunciata la sentenza di condanna per Zonin (sei anni e sei mesi più sanzioni e confisca), Giustini (sei anni e tre mesi etc.), Marin (sei anni etc.), Piazzetta (sei anni etc.) e Banca Popolare di Vicenza in Lca (sanzione pecuniaria e confisca) quale responsabile amministrativa, e di assoluzione per Zigliotto e Pellegrini.
I ricorsi di appello, descritti e commentati su ViPiu.it dall’avv. prof. Renato Bettiol, sono stati presentatati dai legali dei condannati e per le due assoluzioni dai pm vicentini, Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi, presenti anche a Mestre di supporto alla procura generale rappresentata dal sostituto Alessandro Severi, già pm a Vicenza, affiancato da Paola Cameran.
Il Presidente della Corte, Francesco Giuliano, con i giudici Alberta Beccaro e David Calabria ha fissato un fitto calendario di udienze che termineranno il 22 giugno evitando, se tutto andrà come programmato e nel rispetto dei diritti/doveri di tutte le parti, il rischio di prescrizione in questa fase processuale in attesa dell’eventuale “sessione” in Cassazione..
Alla prima udienza, in rappresentanza simbolica dei soci azzerati (118.000 circa in totale), era presente, riempiendo ordinatamente l’aula bunker, un buon gruppo di risparmiatori, che, arrivati con un paio di bus, all’esterno hanno esposto striscioni e bandiere per ricordare il dramma vissuto da migliaia di famiglie, il 40% circa delle quali venete, di fatto spogliate dei loro risparmi.
Tornando al 22 aprile a darci un primo commento, che stiamo riportando oggi, a due giorni dall’inizio della seconda udienza, invece che a caldo, è stato Luigi Ugone, presidente di Noi che credevamo nella BPVi
“C’erano molti più risparmiatori di quel che ci si aspettava e molte meno associazioni – ha esordito Ugone – Così come con il FIR noi non molliamo fino all’ultimo processo, fino all’ultimo euro del Fondo Indennizzo Risparmiatori.
Il processo resta una tappa importante per avere verità e giustizia. Senza tralasciare mai nessun campo di battaglia e un passo alla volta, visto che la vicenda ha piegato le gambe al Veneto ma non le ha spezzate, abbiamo dimostrato che con costanza l’impossibile non esiste. In troppi dicevano impossibile il processo al Cda o solo il pensare ad.una condanna ed.invece…”
“Le frasi pubbliche di Zonin nel giorno della prima udienza (l’ex presidente della banca per circa 20 anni ha fatto appello alla sua buona fede visto che anche lui visto azzerate le sue azioni, ndr) non le commento – ha aggiunto il presidente di Noi che credevamo nella BPVi –. Evidentemente i sentimenti che mi creano sono troppo forti dopo aver visto il disastro che il crac ha creato“.
“Dopo aver ricevuto nella sede dell’associazione più di 5 mila famiglie che abbiamo aiutato – conclude Luigi Ugone – non riesco a commentare le sue dichiarazioni. Il mio compito è lottare per dignità, verità e giustizia mentre lascio alla storia il giudizio sulle sue dichiarazioni e i suoi comportamenti“.