Il Lecce capolista è la vittima designata per il Vicenza, che lo affronta al Menti nella penultima giornata della stagione regolare. La capolista non può che essere vittima designata per i giocatori biancorossi, perché da questo confronto devono per forza scaturire i tre punti necessari per sperare fino alla fine di accedere agli spareggi-salvezza e, attraverso questi, centrare la salvezza.
È chiaro che, comunque, battere il Lecce non sarebbe un passo decisivo verso il mantenimento della categoria. Importante senz’altro, ma nemmeno marginalmente sufficiente. La situazione, infatti, in cui si è cacciata la squadra allenata da Francesco Baldini è talmente pregiudicata che, per venirne fuori, serve per forza di cose contare anche sulle disgrazie altrui. E cioè su contemporanei risultati negativi di Alessandria e Cosenza, concorrenti nella rincorsa alla salvezza e avvantaggiate da un distacco nei confronti del Lane non definitivo ma neanche marginale, a questo punto.
Il Vicenza dovrà dare molto di più contro il Lecce
Per vincere con il Lecce capolista il Vicenza dovrà dare molto di più di quanto ha dato in tutto il campionato. Perché si tratta della prima in classifica. E non lo è per caso, ma per qualità e per rendimento.
Nelle ultime undici partite ha perso una sola volta e ha raccolto sei vittorie e quattro pareggi. In tutto il campionato ha assommato appena tre sconfitte in trasferta e, sempre fuori casa, è seconda con il Perugia (e dietro il Brescia) per gol incassati: quindici in diciotto gare.
L’attacco dei giallorossi, poi, fa paura. Può, infatti, contare sui due migliori marcatori del girone. Il capocannoniere Coda ha firmato venti gol e tredici il compagno Strefezza. È raro che una squadra abbia due giocatori in testa alla classifica dei bomber.
I giocatori del Vicenza dovranno andare in campo senza tener conto di questi numeri impressionanti e dei quaranta punti in più che ha il Lecce capolista. Non è facile ma non c’è alternativa. Si parte alla pari e pari si deve arrivare fino all’ultimo minuto del recupero finale. Il mantra dev’essere: sono undici calciatori come noi e, anche se hanno qualcosa in più, noi possiamo competere con armi diverse per superarli. Però la squadra dovrà dare di più, molto di più del solito.
Darsi un’anima e un’identità
Il Lane dovrà, stavolta o mai più, darsi ciò che non ha mai avuto in questo campionato: un’anima e un’identità. Partiamo dalla prima. Un’anima, un cuore il Vicenza non li ha mai avuti finora. Nemmeno al Menti, dove il sostegno incondizionato e continuo dei tifosi avrebbe dovuto spingerlo a giocare al di sopra dei propri mezzi e delle proprie magagne.
È come se ci fosse uno scollamento fra questa squadra e il contesto in cui opera. Sarà il prezzo da pagare al calcio di oggi, sarà che magari qualche lezioncina di storia biancorossa sarebbe stato meglio farla, sarà che la società non è riuscita a legare con i giocatori (e non solo). Resta, invece, che quando vedi giocare i biancorossi, ti verrebbe voglia di scuoterli, di chiedergli se sanno cosa vuol dire giocare con quella maglia addosso. È vero, sono valori che i moderni professionisti del pallone non sentono così forti come i loro colleghi del passato. Ma, diamine, in certi frangenti un uomo di sport certe cose dovrebbe sentirsele dentro e attorno.
Con il Lecce capolista il Vicenza dovrà finalmente darsi una identità tecnica e tattica. In questa stagione è sempre, o quasi, stato una squadra femmina (come avrebbe detto Gianni Brera), che cioè subisce il gioco degli altri. È ora di ribaltare il copione, è ora di diventare l’aggressore, è ora di trovare un modulo consono alle caratteristiche dei giocatori e a quelle dell’avversario.
A Como s’è visto qualcosa di un po’ più concreto in questo senso. Evidentemente il lavoro del nuovo allenatore ha dato qualche frutto. Contro il Lecce serve una squadra forte, che sa stare in campo e dove mettere il pallone, che non si distrae e non sbaglia, che colpisce e difende con la stessa efficacia.
Lecce e Alessandria, due avversari da affrontare allo stesso modo
Dopo il Lecce capolista, vada come vada, c’è un altro avversario difficilissimo per il Lane. Non per qualità e classifica ma per fame di salvezza. Vicenza e Alessandria a confronto diretto nell’ultimo turno di campionato con lo stesso obbiettivo: non dire addio alla Serie B.
Il compilatore del calendario (umano o informatico che sia) non poteva trovare un epilogo più drammatico. È uno scontro di quelli che si ricordano, poi, per anni e che si raccontano a figli e nipoti.
Il peso è diverso per le due squadre. I grigi potrebbero affrontare gli ultimi novanta minuti di campionato con meno angoscia e gestire, quindi, la loro partita con più serenità e lucidità. Il Lane potrebbe, invece, trovarsi sull’ultima spiaggia, stavolta davvero senza un domani. O dentro o fuori.
Se così fosse, Lecce prima e Alessandria poi sono avversari da affrontare allo stesso modo e, se con la capolista andasse bene, al Moccagatta dovrebbe scendere in campo la squadra fotocopia di quella del Menti. “Hoc opus, hic labor est”: questo è l’impegno e qui è lo sforzo, come scrive Virgilio e come riporta il motto della Accademia Olimpica.