Eppure qualche tempo fa Matteo Marzotto si dichiarava orgoglioso dell’accordo di fusione fatto con la Fiera di Rimini, diventando l’una, la nostra ex Fiera di Vicenza, e l’altra, quella riminese, la IEG. Oggi, per la penna di Marino Smiderle, leggiamo su Il Giornale di Vicenza, che una volta che la nuova fiera andrà in Borsa sia lui, vice presidente della IEG, che Michela Cavalieri componente del CdA, rinunceranno ai loro incarichi. Si legge anche che hanno già firmato le loro dimissioni. Lo leggiamo oggi ma la notizia circolava già ieri. Ritengo che le loro dimissioni, soprattutto dopo l’accordo stilato tra il sindaco Francesco Rucco e il presidente Lorenzo Cagnoni, fossero un atto più che dovuto, obbligato.
La tesi sostenuta anche da Marino Smiderle, che Marzotto sia stato il promotore, “il primo a tirare la giacchetta“, della fusione appare credibile, e probabilmente lo è ma lascia irrisolto un dubbio che mi è cresciuto in testa quando ho fatto mente locale e ho riscontrato l’esistenza in Rimini di altri vicentini e non certo di poco conto. Una coincidenza? Forse più di una. Può anche essere ma il dubbio rimane e questo fa si che un qualcosa mi suggerisca che la vicenda riminese non sia esattamente come l’ufficialità l’ha raccontata. Non è cosa che abbia una grande importanza, probabilmente non ne ha alcuna. Forse. I segnali che le cose sarebbero finite pressappoco così erano già presenti nel tanto decantato accordo 81% – 19%. Era l’annuncio che fatto un giro di boa le cose sarebbero rientrate nella norma: chi ha la maggioranza in una società, e che maggioranza!, comanda e se ti dà qualche cosa, come la dà la toglie. Ci dice ancora Marino Smiderle, con una annotazione molto puntuale che “L’aumento di capitale ad hoc previsto proprio per l’ingresso a piazza Affari farà scendere la partecipazione berica verso il 13/14 per cento, in attesa di possibili altre operazioni di fusione destinate a tagliare ancora di più la fetta.“. Quindi di ridurci ai minimi termini.
Non mi sembra che questa “fusione” sia stata una operazione così straordinaria da vantarsene. Si deve dare atto al sindaco Rucco che è riuscito a fare un accordo che ancora ci consente di essere presenti, con un rappresentante, nel CdA di IEG. Senza questo accordo non ci saremmo per niente. Al di la delle valutazioni finanziarie e legali questo 81/19 è sgradevole, antiestetico. È apparso come un grido, un avvertimento. Mi sembra molto improbabile, ma può anche avvenire che una persona esperta come Matteo Marzotto, preso dall’entusiasmo, non si fosse fatto un quadro preciso di come sarebbe finita la nostra avventura riminese. Sono convinto, da sprovveduto in materia ma ancora in grado di leggere, e la stampa in qualche modo ti fornisce sempre le chiavi di lettura, che la IEG farà strada, molta strada. Ha un gruppo dirigente molto qualificato. Ha un progetto e una grande prospettiva. Noi abbiamo solo dei bei ricordi lontani nel tempo.