Sembra essere argomento all’ordine del giorno solo per il metodo di riscossione dell’imposta di possesso di un apparecchio tv (il cosiddetto canone). Entro fine anno, impossibile continuare con riscossione in bolletta elettrica, il governo dovrà decidere (1).
E in questi termini la questione sarebbe marginale: è scontato che la Rai – proprietà dei partiti in Parlamento – sia lottizzata.
Ma ci sono altre questioni che sembrano non interessare i padroni della Rai. Che, se affrontate dalla parte dell’utenza di questo servizio, pongono problemi fondamentali per la nostra comunità civica: informazione indipendente, informazione di regime, servizio pubblico.
E’ notorio, quanto ignorato, che la Rai, trasmettendo anche pubblicità, è sul mercato in abuso di posizione dominante rispetto ai propri concorrenti, che non riscuotono un canone di stato, che invece deve essere pagato anche da chi vede solo la concorrenza della Rai.
In questi giorni di informazione e approfondimenti sull’invasione russa dell’Ucraina, oltre a prevalenza di informazione/spettacolo (2) si pongono anche problemi rispetto ai contenuti.
Sentiamo disquisire che gli ebrei sono nazisti e che, oltre a rivalutazioni dei regimi fascisti e nazisti del secolo scorso, Adolf Hitler non voleva la guerra. Sono questi confronti interessanti perché l’utenza possa comprendere la storia passata e collegarla per meglio capire l’attuale? Saremo sempliciotti perché ci piacciono le cose “terra-terra” e siamo ostici alle revisioni storiche su cui si basa la nostra civiltà, ma ci sembra di no, registrando in contemporanea un drammatico fallimento culturale collettivo.
La problematica è duplice:
– dirigenti che ritengono opportuno un confronto in materia;
– giornalisti, tutti appartenenti all’ordine professionale, che propongono e gestiscono questa informazione.
Dirigenti Rai. Fintanto che la Rai sarà espressione dei partiti del Parlamento, tra cui anche negazionisti storici, fino a filo-fascisti e filo-nazisti, è logico che ciò accada.
Giornalisti. Animatori di informazione, propongono e gestiscono questi argomenti. Giornalisti tutti iscritti all’ordine professionale che, in materia, non dice nulla (3). Giornalisti legittimati dall’appartenenza partitica a comportarsi di conseguenza, ma che ci sorge dubbio rientri nell’etica dell’ordine professionale di un Paese con Costituzione che riporta principi e massime di un mondo che aveva stabilito “mai più” a fascismi e nazismi (o non abbiamo capito a cosa serve un ordine professionale?)
Entro fine anno si dovrà rivedere il canone. Il nostro invito, a chi vuole ascoltare, è di rivedere tutto: abolizione del canone e affidamento del servizio di informazione pubblica con gara d’appalto. Informazione pubblica, pagata dalla fiscalità generale, senza pubblicità e con riferimento all’attività istituzionale, senza dover far fede ai propri partiti di riferimento.
Per i giornalisti si libererebbe un grande e nuovo mercato dell’informazione. Quelli che credono nella revisione storica come nel caso di Hitler, potrebbero bussare la porta a chi è disponibile ad accoglierli… non certo l’informazione di questo Stato.
1 – https://tlc.aduc.it/rai/articolo/canone+rai+eterno+problema+irrisolto+che+non+sara_34418.php
2 – https://www.aduc.it/articolo/informazione+spettacolo+prevale+anche+rai+covid_34449.php
3 – questo ci pone un’altra domanda: a che serve l’ordine dei giornalisti, visto che, in casi come quelli descritti, non dice nulla, limitandosi ad essere servizio ragionieristico dei propri affiliati?
François-Marie Arouet – Aduc