Riforma appalti pubblici, Mauriello (presidente Meritocrazia Italia): obbligo inserimento clausole sociali e maggiore trasparenza

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Appalti e contratti pubblici codice
Appalti e contratti pubblici

La legge delega di riforma del Codice dei contratti (alias appalti, ndr) pubblici passa dal Senato alla Camera – afferma nella nota sull’inclusione lavorativa che pubblichiamo Walter Mauriello, presidente di Meritocrazia Italia (qui le altre note su ViPiù.it dell’associazione, ndr) –. Il testo approvato finora contiene luci (tra le quali il mantenimento del contratto e del salario anche per lavoratori dei subappalti) e ombre.

Resta, ad esempio, da fare chiarezza sulle intenzioni di alcune forze politiche, anche di maggioranza, di ulteriormente semplificare gli iter. I timori sono quelli di una eccessiva deregolamentazione e della rimozione di passaggi indispensabili a garantire trasparenza, legalità, rispetto dei contratti e contrasto al lavoro nero.

È comunque deleterio il continuo rimaneggiamento normativo degli ultimi sei anni. Occorre trovare un punto di equilibrio, per una utile stabilità normativa.

Una delle questioni sulle quali è fondamentale intendersi è data dalla c.dd. clausole sociali. Gli appalti non riguardano infatti solo le infrastrutture; circa il 50% delle risorse destinate dal PNRR in appalti saranno messe a gara per servizi.

Non convince la scelta di conservare la facoltà di inserire le clausole sociali nei bandi di gara, anche considerato che oggi il Codice dei contratti ne prevede l’obbligo. L’applicazione di questa modifica metterebbe in forse la tutela occupazionale negli appalti di servizi, costituendo un incomprensibile passo indietro.

In linea con le proposte avanzate con i precedenti comunicati, Meritocrazia Italia chiede il ripristino dell’obbligo di inserimento delle clausole sociali, perché soltanto per questa via è possibile impedire che ogni cambio di appalto comporti perdita di posti di lavoro e di reddito per centinaia di migliaia di lavoratori.

La regola è essenziale soprattutto negli ambiti ad alta intensità di manodopera, fungendo da strumento effettivo per la stabilità occupazionale e riducendo i livelli di forte precarietà. Potenzialmente, contribuisce a migliorare la condizione dei lavoratori sotto il profilo dell’esigibilità del contratto di lavoro e del contrasto al dumping contrattuale e alla contrattazione pirata. Migliorando, a un tempo, la qualità delle stesse imprese chiamate a un maggiore senso di responsabilità.

In adesione alle sollecitazioni provenienti dalla Commissione europea, Meritocrazia reputa altresì necessario dare maggiore effettività al principio dell’evidenza pubblica dell’appalto. Occorrerà per questo circoscrivere l’utilizzazione degli affidamenti diretti e le procedure negoziate senza bando di gara, poco trasparenti e discriminatorie e che aprono a fenomeni di illegalità. Relativamente alla norma che regola gli affidamenti ai concessionari, necessario sarà anche aver conto della dichiarazione di incostituzionalità dell’obbligo di affidare a terzi l’80% dei contratti.

Stop war.                      

Meritocrazia Italia 

Il Presidente Walter Mauriello