Vicenza Jazz, Bill Frisell in concerto domenica 15 maggio

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Bill Frisell live al Vicenza Jazz

C’è grande attesa a Vicenza per Bill Frisell che in Trio si esibirà al Teatro Olimpico nell’ambito dei live della ventiseiesima edizione di Vicenza Jazz. Ma non solo. L’organizzazione ricorda anche gli altri importanti appuntamenti della rassegna.

“Domenica 15 maggio, il festival New Conversations – Vicenza Jazz completa il primo weekend della sua ventiseiesima edizione con una maratona musicale dalla mattina a tarda notte. Tra le numerose proposte brilla a Vicenza il nome di Bill Frisell: guru della chitarra elettrica postmoderna, che suonerà in trio con Tony Scherr al contrabbasso e Kenny Wollesen alla batteria (al Teatro Olimpico, ore 21).

Dal futurismo dell’Olimpico al mainstream del Jazz Café Trivellato – Bar Borsa, dove si esibirà un quartetto co-diretto dal sassofonista Barend Middelhoff e il chitarrista Peter Bernstein e completato da Paolo Benedettini al contrabbasso e Joost Kesselaar alla batteria (ore 21:30, ingresso gratuito).

In giornata si potranno ascoltare anche il raffinato due d’archi di Maria Vicentini e Salvatore Maiore dedicato alle musiche di Mingus (Palazzo Chiericati, ore 11, occasione in cui verrà anche presentato il libro a fumetti “Mingus” di Flavio Massarutto e Squaz); la Magicaboola Brass Band e L’Orchestrino, marching bands itineranti lungo Corso Palladio e nel centro storico tra le ore 16 e le 19; l’incontro tra la musica jazz del trio di Fulvio Sigurtà, Dario Carnovale e Lorenzo Conte con le poesie di Eric Samer (Palazzo Cordellina, ore 18).
Il festival New Conversations – Vicenza Jazz 2022 è promosso dal Comune di Vicenza in collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, in coproduzione con Trivellato Mercedes Benz, con Aquila Corde Armoniche di Vicenza come sponsor e Acqua Recoaro come sponsor tecnico”.

Bill Frisell (nato a Baltimora nel 1951) è uno dei guitar heroes del jazz dagli anni Ottanta a oggi. Su raccomandazione di Pat Metheny, il suo esordio discografico avviene per l’etichetta ECM, che gli permette di esprimersi sia come leader che come chitarrista ‘della casa’ (in particolare per Paul Motian e Jan Garbarek). Seguono poi gli anni della maturità con l’etichetta Nonesuch, che lo vedono trasformarsi nel campione della svolta postmoderna della musica improvvisata. Frisell è riuscito a raggiungere una fama planetaria pur essendo a tutti gli effetti un avanguardista (indimenticabili le sue collaborazioni con John Zorn e Tim Berne). Attratto da collaborazioni con le star del rock (Ginger Baker, Marianne Faithfull, Elvis Costello) e dalle musiche per il cinema (memorabili le sue sonorizzazioni dei film di Buster Keaton), ha poi imboccato una strada decisamente personale, esplorando le radici della musica americana (country, bluegrass) con i mezzi espressivi dell’improvvisazione jazzistica.
Finalmente libero dagli stringenti vincoli discografici della sua storica etichetta, Bill Frisell negli ultimi anni si è abbandonato a una più frequente documentazione delle sue innumerevoli band e scorribande musicali, con i loro contrasti espressivi a tinte forti: musica metropolitana a braccetto con sonorità rurali, postmodernismo e primitivismo come due vicini di casa, stilemi di genere estremamente definiti e improvvisi pastiches nei quali gli stili vengono bellamente frullati assieme, un effetto ping pong tra sperimentazione e tradizione. Frisell è tra l’altro uno dei pochi maestri che sanno trasformare l’avanguardia in una esperienza d’ascolto dal coinvolgimento e la fascinazione immediati.

Il sassofonista olandese Barend Middelhoff risiede da numerosi anni a Bologna, partecipando attivamente alla vivace scena jazzistica del capoluogo emiliano. La sua collaborazione con il chitarrista Peter Bernstein inizia nel 2019. Durante un soggiorno di Middelhoff a New York, i due registrano l’album Fair Play (Jazz Tribes).

Peter Bernstein è uno dei perni della scena mainstream newyorkese. Nato nel 1967, alla fine degli anni Ottanta ha trovato un mentore in Jim Hall, che gli ha permesso di affacciarsi nel giro dei grandi nomi. Riceve quindi i primi ingaggi importanti da Lou Donaldson, Larry Goldings, Mel Rhyne, Jesse Davis, Geoff Keezer, sino a quando riesce a debuttare come leader, incidendo per l’etichetta Criss Cross. L’album d’esordio, Somethin’s Burnin’ (1992), ha un cast che la dice lunga sul futuro che si prospetta al giovane chitarrista: Brad Mehldau, John Webber e Jimmy Cobb. Da allora sono seguiti numerosi dischi per la Criss Cross (tra i quali risalta il memorabile Heart’s Content del 2003, in cui a fargli da ritmica ci sono Mehldau, Bill Stewart e Larry Grenadier) e altre etichette. Tra queste spiccano la SmallsLIVE e più recentemente la Smoke Sessions: Bernstein è infatti una delle figure centrali del giro di artisti che ruota attorno allo Smalls e lo Smoke, locali newyorkesi che appartengono al novero dei più noti jazz club al mondo.
L’attività di Bernstein si riassume semplicemente: è un incessante vorticare di partecipazioni alle più importanti band mainstream in circolazione. Tra gli innumerevoli altri musicisti che lo hanno voluto al proprio fianco spiccano Sonny Rollins, Diana Krall, Bobby Hutcherson, George Coleman, Dr. Lonnie Smith, David ‘Fathead’ Newman, Joshua Redman, Lee Konitz, Jimmy Cobb, Mike LeDonne.