Fine demografica della nostra civiltà se dipendesse dalla classe politica europea: leader sterili e politicamente… aridi

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Forse persone “normali” a certi livelli è difficile trovarne, ma la straordinaria concentrazione di stranezze ai vertici politici è veramente singolare. Se la maggior parte della popolazione avesse lo stato di famiglia dei nostri governanti europei, ci estingueremmo nel giro di un paio di generazioni. Jean Claude Junker, famoso per l’abitudine di alzare il gomito ad angolazioni incredibili per un’autorità, pur guadagnando uno stipendio annuo di quasi 400 mila ?, forse non è contento della sua vita privata. Con la compagna Christiane Frising non ha avuto figli. 


Non ne ha avuto nemmeno Angela Dorothea Kasner, sposata Merkel, che, dopo due matrimoni, divide il salotto di casa in tutta solitudine col secondo marito, il fisico Joachim Sauer. Emmanuel Jean-Michel Frédéric Macron, s’è tolto l’impiccio alla radice: ha sposato la sua insegnante, che è tanto anziana da non potergli dare alcuna prole, ma gliel’ha portata già bell’e fatta e, della sua stessa età. Theresa Mary Brasier, premier inglese, e suo marito Philip May, non hanno avuto figli. Mark Rutte, primo ministro olandese, è single; sono senza figli il premier svedese Stefan Löfven e sua moglie Ulla, poi Nicola Sturgeon primo ministro scozzese, il premier del Lussemburgo Xavier Bette è dichiaratamente gay. E ancora, senza figli sono il presidente della Lettonia è Raimonds V’ jonis, il presidente della Lituania Dalia Grybauskaité, il presidente della Romania Klaus Werner Iohannis. Non bisogna disperare però: Pierre Moscovici, il commissario europeo più amato dagli italiani, è l’ultimo ad avere avuto figli, anche se s’è deciso a 61 anni, un’età in cui sarebbe stato ideale come nonno.

Fino a poco fa il nostro Paolo Gentiloni faceva buona compagnia ai colleghi europei, adesso Giuseppe Conte (con un figlio da una precedente compagna, ndr) e Matteo Salvini (con due figlie da precedenti compagne, ndr), con Luigi Di Maio ancora giovane per queste “cose”,  oltre a quello del “cambiamento” hanno quasi inaugurato un nuovo corso con la prole, sia pur modernamente limitata, dentro e fuori lo stato di famiglia “normale”.

La simpatia, comunque, che avevamo allevato con personaggi come Pertini e Spadolini, è destinata a sparire di fronte a questo genere recente di rappresentanti del popolo. Una simpatia che nel nostro universo cristiano discendeva direttamente dal celibato dei prevosti che, mancanti di figli propri, guidavano la comunità con interesse filiale. Un’immagine, questa, che è stata vista con grande favore dalla gente, nella storia italica degli interessi familistici, e nepotistici, quando è mancata la prole propria. Ma oggi l’immagine del pastore di anime, celibe e disponibile, è oltremodo appannata, anche a causa della sfiducia e dell’innumerevole frequenza di scandali dissotterati tra i preti cattolici. Tuttavia, nonostante già in Grecia si sapesse che la sterilità dei pederasti favoriva l’ascesa politica, in tutto il mondo antico si consigliavano giudici con famiglia e prole, capaci di esercitare al meglio la virtù della compassione.

Frauke Petry, avversaria politica della Merkel dell’AfD (Alternative für Deutschland) l’aveva accusata di incapacità di comprendere i problemi dei tedeschi proprio perché non aveva figli propri e una vera famiglia. E forse frau Petry aveva ragione. Forse l’egoismo che affligge la nostra società ci rende ciechi. Forse, sacrificando per la propria carriera un progetto biologico e spirituale come la famiglia, sarà difficile spendersi con interesse sentimentale per la collettività che aspetta la risoluzione di problemi semplici e quotidiani.

Ma la sterilità dei nostri leader fa troppo spesso il paio con l’aridità della loro ideologia politica. Troppo spesso le loro vicende private, miopi ed egoiste, sono vincolate alle sovvenzioni degli interessi che dominano l’economia e la società, interessi a cui serve una piattaforma politica favorevole, che possa agevolare i loro profitti anche a scapito di intere popolazioni. Queste logiche e questi interessi hanno alfine selezionato una classe politica concorde nelle scelte, nei linguaggi, e persino negli stili di vita. Una classe politica che vive un eterno presente nel disfacimento delle società che guida secondo un’iniqua divisione della ricchezza, attenta agli stipendi e alle pensioni, a chi paga gli uni e le altre.

Nulla di più lontano dalla solitudine e dalla sobrietà monastica di José Mujica e sua moglie, che non hanno avuto figli solo perché sono stati troppo impegnati prima nella guerriglia, e poi a scontare le pene carcerarie. Ma lontano anche dal presidente sudafricano Jacob Zuma, che con 5 mogli e 22 figli, pare che ancora non sia contento. L’Africa che sforna figli in fin dei conti produce ancora futuro, e insidia la vecchia Europa capace solo di preoccuparsi di chi svolgerà i lavori più umili e faticosi, di chi pagherà i diritti scippati da una classe di bavose limacce. Ecco come viene selezionata la nostra dirigenza politica: con i canti d’accoglienza per le popolazioni africane che bussano alla frontiera ansiose di sostituire a poco prezzo i lavoratori europei; con le politiche a favore della finanza; con le menzogne sull’equa distribuzione della ricchezza; con la vigliaccheria che paga le loro prebende; col denaro sottratto al lavoro dei patrioti che ancora credono nella democrazia.