Caro direttore, pur da distante seguo le vicende italiane e non posso non sorridere alle esternazioni del giovane vicepremier Luigi Di Maio che anche oggi (9 ottobre, ndr) ripete che spread o no, che mercato o meno, la manovra economica del governo non cambierà di una virgola perché se dovesse cambiarla questo significherebbe tradire il popolo. Ma Di Maio si rende conto di quello che dice? Lo capisce che se lo spread dovesse davvero arrivare a 400 o più punti le banche avrebbero seri problemi di bilancio e di conseguenza potrebbero addirittura tagliare di nuovo i prestiti alle piccole imprese in primis? Lo capisce che una manovra come quella proposta non è di rilancio economico ma crea solo ulteriore debito (che dovremmo pagare con gli interessi nel futuro) senza davvero contenere elementi per la crescita economica di un paese asfittico?
Serve sì, forse, maggiore deficit ma per tagliare davvero le tasse e dare incentivi alle imprese e creare nuovi posti di lavoro qualificati per i giovani in primis.
Questa manovra non mi piace e meno ancora l’aria di arroganza di questo governo che pare, per fini puramente elettorali, voler sfidare l’Europa. Con il rischio di indebitarci ulteriormente e toglierci risorse con una spesa altamente improduttiva e clientelare soprattutto al sud.
Dobbiamo certamente combattere la povertà ma non così, non con nuovo debito ma migliorando la efficenza della spesa puntando davvero a un incremento del reddito nazionale.
Sono anche deluso come risparmiatore ed azionista di Veneto Banca, perché, nonostante le mirabolanti promesse, il ristoro per noi ci sarà ma, come da molti purtroppo paventato, con il limite del 30% di quanto dovuto, con un tetto di 100.000 euro e comunque in presenza di una sentenza favorevole dell’arbitro o della Consob. Che prove dovremmo presentare non è ancora chiaro, ma mi sembra pacifico che non vi sarà alcun automatismo nel rimborso e alla fine vedremo quanti davvero verranno risarciti. In conclusione mi sento io tradito da questo governo dalle mirabolanti promesse che temo porterà ulteriore confusione, nuovo debito e instabilità soprattutto sui mercati. Ci penseranno forse questi a far cambiare i piani ai nostri baldi vicepremier. Berlusconi non fu costretto a lasciare il governo per colpa dei mercati nel 2011?
Già oggi il ministro Savona uomo navigato ha detto che: “Beh se lo spread arriverà a 400 punti qualcosa si dovrà correggere“. Una prima. sana ragionevole svolta? Vedremo
Francesco Celotto
ex vicepresidente Assopopolari Venete
ex consigliere Associazione Soci Banche Popolari