Contrasto ai crimini economico-finanziari, Guardia di finanza di Vicenza: sequestro di beni per un valore di oltre 190 mila euro

240

Al termine di un’articolata indagine avviata in materia di accesso agevolato ai finanziamenti bancari, i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Vicenza, in esecuzione di un provvedimento emesso dal G.I.P. del locale Tribunale su proposta della Procura alla sede, hanno sottoposto a sequestro preventivo beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per un valore di oltre 190 mila euro nei confronti di due imprenditori operanti nel settore del commercio all’ingrosso di “metalli non ferrosi” e della società da essi rappresentata, con sede nella provincia berica, indagati per falso in bilancio, truffa ai danni dello Stato e responsabilità amministrativa della persona giuridica.
Le investigazioni, coordinate dalla Procura della Repubblica di Vicenza, hanno consentito di appurare che Z.I., (49 anni bresciano), e C.M., (47 anni vicentino), attraverso la società da essi gestita, simulando un “versamento in conto capitale”, hanno indebitamente avuto accesso ad un finanziamento erogato da un istituto di credito in assenza di proprie garanzie private, sul presupposto della concessione, invece, di una “garanzia pubblica” costituita dal “Fondo di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese” di cui alla Legge n. 662/1996.
La falsa rappresentazione contabile, alterando il “merito di credito” attribuito, dalla sola banca finanziatrice, alla predetta società mediante una procedura semplificata senza la necessità di ulteriori controlli da parte dell’Ente deputato alla gestione del predetto Fondo di Garanzia, oltre a consentire la contestazione del reato di “falso in bilancio“, ha comportato che agli stessi imprenditori venisse inoltre contestato anche il reato di “truffa in danno dello Stato“, conseguente all’incasso da parte della predetta banca della garanzia pubblica, una volta accertata l’insolvenza societaria per il reiterato mancato pagamento delle relative rate.
In relazione a tali reati, altresì, è stato possibile attribuire alla società destinataria delle indagini, in assenza della predisposizione dei prescritti “modelli organizzativi” (necessari a prevenire simili condotte), la c.d. “responsabilità amministrativa degli enti“, prevista dal D.Lgs. 231/2001.
L’azione investigativa condotta dalle Fiamme Gialle vicentine, consentendo alla Procura della Repubblica di Vicenza di proporre al Giudice del locale Tribunale l’adozione della misura del sequestro preventivo finalizzato alla successiva confisca per un importo pari al valore della “garanzia pubblica” escussa, si è conclusa vincolando quote sociali di 1 impresa, 2 immobili, 8 saldi attivi di rapporti finanziari e 2 pregiati orologi da polso, riconducibili ai soggetti interessati dal provvedimento magistratuale.