“La Barcolana, regata storica più grande al mondo di fama internazionale, risveglia la città per il suo cinquantesimo anniversario con eventi, workshop, luci, eventi sportivi e musicali che iniziano una settimana prima per terminare quella successiva. Un incrocio di mondi che si affacciano sul mare, un crocevia di storie che viaggiano sulle barche a vela sospinte dal vento, uno specchio dove si riflettono le anime diverse di una città viva che sa pensare, osa scrivere, far cultura, vivere, ma anche divertirsi in un dialogo a più voci.
Giornalisti, scrittori, artisti, marinai riescono a dar voce al racconto di un’avventura sul mare che dura un solo giorno, impremendolo indelebile nelle memorie artistiche e storiche che resteranno per sempre. Trieste si riempie di occhi curiosi che si addentrano per le piazze e le vie della città per finire spalancati verso il mare. Già… Le vele sono in acqua e si muovono tutte insieme piccole e grandi per andare al largo. Tantissime che gli occhi fanno fatica a seguire questa moltitudine che sembra pattinare leggera sopra il velo d’acqua. Tra i vari eventi anche la Galleria la “Vetrina”, in via Udine 2, vicino piazza della Libertà, ha proposto una mostra di artisti vari che con le loro creazioni hanno data vita alla Barcolana riempiendo di colori e atmosfere di mare la galleria, la “Città di Londra” e “B&B Hotel”. Anch’io sono presente con alcuni vetri artistici. Amo dipingere su lastre di vetro. Non so da dove viene questa passione. Forse da lontano. Sono autodidatta. Mi piace la trasparenza del vetro e dei colori che creo perché posso vedere davanti, dietro, ma anche attraverso il vetro. Così a volte vi scriverò per aggiornarvi con le mie nuove avventure… a spasso con i vetri. Ogni viaggio accende la fantasia oltre che i colori cosicché anche la vita possa essere vista con occhi aperti verso il nord. In fondo siamo tutti viandanti alla ricerca della propria vele”.
Loria Orsato
“Non era il sole
a preoccupare le vele.
Erano le lune
che con il loro alternarsi
muovevano tutto,
non solo le maree.
Graffiavano dappertutto,
soprattutto dove
c’erano le ferite.
Non importava
se nel tempo
si erano formate
le cicatrici.
Come l’acqua
tutto aveva memoria.
Il mare già lo sapeva.
L’acqua
sentiva
il cambiamento profondo
delle sue molecole,
la trasformazione continua
nel tempo.
Erano le vele
a voler rimanere,
a tratti,
uguali.
Il cambiamento
faceva paura.
Suonava dentro
come un campanello d’allarme
quando invece
fuori
era quiete.
Era un diritto di tutti
vivere
in armonia,
in libertà
seguendo il proprio vento.”
Loria Orsato