Al fine di contribuire a contenere il disagio procurato dalla recente emergenza pandemica, 10 milioni di euro saranno destinati a finanziare il nuovo ‘bonus psicologo’, che consentirà di accedere a un sostegno per la cura della mente, adeguato in base all’Isee (non oltre 50.000 euro), fino a un massimo di 600,00 euro/anno a persona, e spendibili entro 180 giorni dall’assegnazione del c.d. Codice Univoco. Sarà l’INPS a gestire le domande e stilare le graduatorie regionali, secondo l’ordine di richiesta e con priorità alle persone con Isee più basso.
È un passo importante, perché vuol dire riconoscere la delicatezza del momento e l’esistenza di una crisi non soltanto economica. È la presa d’atto che il disagio psicologico non va sottovalutato, ma merita risposta come ogni altra forma di difficoltà fisica od ogni patologia. Verso un approccio olistico alle cure.
In concreto, però, è certo che la misura non sarà in sé sufficiente a fronte della portata del problema. Si stimano in 16mila gli italiani bisognosi di questa tipologia di supporto, che implica la costruzione di percorsi personalizzati, a durata difficilmente prevedibile.
Per questo ci si auspica che l’iniziativa non resti isolata e che l’intento non si esaurisca con l’esaurirsi dei fondi destinati e attualmente disponibili. È un tassello dell’operazione, molto più complessa, di ripristino di condizioni di equità sociale e pari opportunità, purtroppo non sempre garantite equamente dalla sanità pubblica per come attualmente organizzata e funzionante.
Utilissimo sarebbe, ad esempio, fondare, in collaborazione con MMG, PLS e Psicologi Specialisti delle Cure Primarie presto presenti nelle Case della Salute, un permanente ‘Osservatorio nazionale della salute e del benessere sociale’, che, partendo dal censimento delle volontà, dei desideri, delle criticità e delle difficoltà vissute dai cittadini, definisca il reale e gravoso disagio vissuto con obiettivo ideare, programmare e attuare interventi adeguati ed equamente diffusi in ogni territorio.
Meritocrazia Italia da sempre riporta l’attenzione sulla portata del problema e propone, tra l’altro,
– l’istituzione dello ‘psicologo scolastico’ come figura stabile, al fine di accompagnare alunni, genitori e insegnanti verso percorsi orientati alla salute mentale, anche per prevenire disagi, dipendenze, depressione e fenomeni di bullismo;
– il rapido inserimento all’interno delle ‘Case della salute’ delle figure professionali utili alla professionale presa in carico della salute mentale dei cittadini;
– di ripartire le risorse disponibili tra le diverse Regioni, tenendo conto non solo del numero degli abitanti residenti ma delle differenze tra i diversi SSR garantendo maggiori risorse alle Regioni con sistemi sanitari meno performanti e che abbiano subito conseguenze più severe dalla pandemia;
– di promuovere campagne di sensibilizzazione, per ricordare le utilità del ricorso al sostegno psicologico, superare impropri stereotipi ed evitare deleterie stigmatizzazioni sociali.
L’inestimabile valore del Prodotto Interno Umano diventi l’assoluta priorità.
Stop war.