Nel primo quadrimestre del 2022 sono 27 le morti sul lavoro in Veneto secondo l’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering di Mestre, come riferito in un comunicato stampa riportante i dettagli.
Di queste 27 vittime, “20 sono decedute in occasione di lavoro, e 7 in itinere, cioè nel percorso da casa alla sede di lavoro. Lo scorso anno le morti sul lavoro in Veneto erano 26 in totale. Una vittima in più del 2021: ma l’emergenza rimane! E la regione sale al 2° posto nella graduatoria nazionale per numero di decessi in occasione di lavoro (sono 191 in tutto il Paese).
Uno sconfortante secondo posto sul podio per numero di vittime a livello nazionale che contribuisce a relegare per il secondo mese successivo il Veneto in zona arancione nella mappatura dell’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering di Mestre (a questo link i dati del primo trimestre).
“Appartenere alla zona arancione significa che il rischio di mortalità sul lavoro, cioè il rapporto tra infortuni e popolazione lavorativa, è più che preoccupante – spiega Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering di Mestre – anche perché il Veneto si avvicina alla sconfortante zona rossa. Inoltre bisogna precisare che in questi numeri sono completamente spariti gli infortuni mortali per COVID; questo ci fa concludere che gli infortuni mortali accaduti durante il lavoro, esclusi i casi COVID, sono aumentati rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. E sono addirittura aumentati rispetto al primo quadrimestre del 2019, quando erano 15, contro i 20 di quest’anno. Una drammatica inversione di tendenza se consideriamo che il Veneto negli ultimi 4 anni aveva incidenze di mortalità che lo collocavano sempre tra la zona bianca e la zona gialla, e quindi tra le regioni più virtuose a minor rischio di mortalità”.
“L’indice di incidenza della mortalità è lo strumento di indagine più efficace per spiegare l’emergenza in tutte le regioni mese dopo mese – sottolinea ancora il Presidente dell’Osservatorio mestrino – perché è proprio il rapporto tra numero di infortuni e popolazione lavorativa che riesce a decretare il livello di sicurezza dei lavoratori”.
Per agevolare la lettura dei dati, l’Osservatorio mestrino ha ideato ed elaborato la mappatura del rischio di morte sul lavoro, dividendo l’Italia a colori proprio alla stregua della mappatura utilizzata durante l’emergenza pandemica.
La zona arancione, quella in cui rientra il Veneto, è la fascia che – dopo la rossa – raggruppa le regioni con l’incidenza tra le più alte per gli infortuni mortali sul lavoro e dunque superiore alla media nazionale.
Da gennaio ad aprile 2022, infatti, il Veneto è una delle regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale ed il 125% dell’incidenza media nazionale, che si attesta a 8,5 morti sul lavoro ogni 1.000.000 di occupati.
Ed è Belluno la provincia veneta in cui i lavoratori rischiano di più (indice di incidenza pari a 23,3 contro una media regionale di 9,6). Seguono: Rovigo (21,5), Verona (19,8), Venezia (11,5), Treviso (5,1), Vicenza (2,7), Padova (2,6).
Per quanto riguarda il numero dei decessi in occasione di lavoro nel primo quadrimestre 2022 sono 20 e vengono rilevati in provincia di: Verona (8), Venezia (4), Rovigo, Treviso e Belluno (2) Padova e Vicenza (1).
GLI INFORTUNI TOTALI
Nei primi quattro mesi dell’anno crescono del 45% le denunce di infortunio totali: erano 21.289 ad aprile 2021, sono 30.816 nel 2022. Sanità, Attività manifatturiere e Trasporti sono i settori più colpiti.
Alla provincia di Treviso la maglia nera in regione per il più elevato numero di denunce totali di infortunio: 6.168. Seguono: Vicenza (6.076), Venezia (5.729), Verona (5.624), Padova (4.752), Belluno (1.282) e Rovigo (1.185).
Infine sono 13.724 le denunce delle donne lavoratrici e 17.092 quelle degli uomini.